Gli italiani, adesso, hanno paura. Non solo per il proprio futuro, travolti da una crisi senza precedenti e alla quale le istituzioni faticano a trovare una risposta rapida e convincente, ma anche per il futuro di un Paese che rischia di essere segnato nei prossimi mesi da forti tensioni sociali. A rivelarlo è l’ultima rilevazione effettuata da Euromedia Research, secondo la quale sette cittadini su dieci temono che possano scoppiare delle rivolte, soprattutto nella parte Nord del Paese. Soltanto 5 su 100, invece, dichiarano di avere ancora fiducia nell’attuale classe politica, a testimonianza di uno scoramento sempre più diffuso.
Dal sondaggio sono emersi anche altri aspetti di come il Bel Paese ha vissuto nel corso di queste settimane in apnea, costretto in casa dalla pandemia. Soltanto l’1,3% degli intervistati, infatti, ha ammesso di essere uscito oltre le esigenze essenziali durante il lockdown. Numeri che testimoniano come gli italiani, messi di fronte a un ostacolo così grande, si siano comportati con grande senso di responsabilità, facendo il possibile per rispettare i dettami arrivati dal governo. E come però, di contro, siano rimasti delusi proprio da uno Stato puntuale nel chiedere ed estremamente trasparente, invece, al momento di dare.
Ad aggravare la percezioni degli errori e delle incertezze del governo è ovviamente la crisi economica, senza precedenti. Il 56,8% degli italiani teme che le cose possano anche peggiorare nel corso dei prossimi mesi, mentre il 40,1% al momento resta concentrato sull’emergenza sanitaria e ha posizioni meno nette sugli altri fronti. Nel complesso, però, quasi il 65% dei cittadini teme che da una situazione così complicata possano esplodere tensioni all’interno del Paese.
Si spiega così, in sostanza, quel misuro 4,6% che racchiude il numero di italiani ancora convinti della bontà della classe politica che li rappresenta. Una cifra ai minimi storici, che fa tornare indietro nel tempo al periodo in cui Beppe Grillo faceva breccia nel cuore dei cittadini con i suoi Vaffa-Day. Una protesta che si faceva alternativa e che però, di fronte a questo Movimento Cinque Stelle ormai disarmato, non può che essere catalogata come fallimentare. La rabbia dei cittadini, invece, non è affatto cambiata.
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