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Mancano ancora le mascherine! Le vuote promesse del commissario Arcuri

Pubblicato il 12/05/2020 12:20 - Aggiornato il 12/05/2020 12:23

La questione è al limite del ridicolo. Si accende lo scontro tra farmacisti/industrie del mondo della moda e il commissario Domenico Arcuri. 

A più di un mese dall’inizio del percorso che avrebbe dovuto rendere disponibili le mascherine in tutta Italia e a un prezzo contenuto (0,50 centesimi + Iva per le chirurgiche), la situazione non cambia. Le scorte sono finite o meglio continuano a mancare sul mercato le mascherine.

Chiaro è quanto denuncia Marco Cossolo, presidente di Federfarma: “Nella quasi totalità delle farmacie dove sono state consegnate a prezzo calmierato, per esempio a Roma, le mascherine chirurgiche sono già finite. Non sono state ancora consegnate in altre grandi città come Milano e Torino. Le ingenti quantità promesse, affinché queste ultime fossero nella disponibilità delle farmacie, purtroppo non sono arrivate».

La vicenda è più ingarbugliata di quanto si possa pensare, infatti, mentre il mondo delle farmacie protesta contro le vuote promesse del commissario, le industrie del mondo della moda spiegano il problema che ora sussiste e che ha generato il governo. Le imprese produttrici di mascherine ci sarebbero, ma non al prezzo imposto dal governo. 

Di Natale, direttore generale per gli affari istituzionali di Confindustria moda, spiega: “Il governo ci aveva chiesto di creare una filiera “autarchica” per la produzione di mascherine: in 10 giorni abbiamo messo insieme 200 ditte e in 15 giorni siamo andati in produzione. Oggi abbiamo un totale di 400 aziende in grado di far uscire 5 milioni di pezzi alla settimana. Ci siamo ritrovati, da una parte, con un prezzo limitato a 50 cent senza che nessuno ci avesse chiesto niente, e dall’altra leggiamo sui giornali che le scorte arrivate dalla Cina per la gran parte sono senza certificazione. Abbiamo perduto inutilmente tempo». Per non contare il fatto che le aziende hanno investito per riconvertire le produzioni.

Spendono risorse e tempo, elementi fondamentali e preziosissimi in questo delicato frangente, per occuparsi di una applicazione che mediante tracciamento dovrebbe contrastare il contagio, però poi quegli stessi italiani che vorrebber tutelare e tutelarsi dal contagio con delle semplici mascherine e che verrebbero giudicati colpevoli qualora non dovessero utilizzare l’applicazione, non hanno (ancora) il sacrosanto diritto di riuscire a reperirle.

Il paradoso dei complessi e burocratici meccanismi messi in atto dal governo italiano farebbero ridere e allo stesso tempo esasperare chiunque. Probabilmente lo stesso Virus, spettatore di tutto questo trambusto se potesse ci prenderebbe in giro.