“Voglio ricordare che il piano antinfluenzale del 2006 non è stato aggiornato per 180 mesi, sotto sette governi di colore politico diverso, inclusi quelli composti dalla parte politica che oggi mi accusa”: è questa la dura risposta data dal ministro della Salute Roberto Speranza data eri pomeriggio alla Camera. Il ministro ha anche aggiunto che a suo avviso “ciò che non è stato fatto in tanti anni è stato fatto in pochi mesi”.
E ha parlato anche degli anticorpi monoclonali come possibile terapia anti Covid: “Le attuali giacenze complessive sono adeguate ai fabbisogni delle Regioni”. Ma come appunta La Verità, più che adeguate le giacenze paiono in eccesso. Il 12 ottobre scorso, infatti, la Lombardia ne ha regalate ben 5.200 dosi alla Romania.
L’attacco sul piano pandemico a Speranza è stato servito su un piatto d’argento dalla trasmissione Report: è dalla redazione del programma che è arrivata una mail con richiesta di delucidazioni sul punto al ministero della Salute. Nella missiva si chiedevano lumi su due aspetti: il perché a inizio 2020 non fosse stato attivato il piano pandemico del 2008 (dato che sul punto Goffredo Zaccardi, capo di Gabinetto di Speranza fino a metà settembre aveva interpellato il magistrato Nicola Ruggiero che gli ha conferito le responsabilità ministeriali – e il ruolo avuto dal ministro nel ritiro e nella mancata ripubblicazione del rapporto di Zambon.
L’ufficio stampa di Speranza ha replicato in maniera fumosa: sul piano pandemico antinfluenzale del 2006 che giudica “non sufficiente”. Cosa vera, ma metterlo in pratica avrebbero potuto rallentare i contagi da covid della prima ondata. Metterlo di nuovo in azione, pur datato, spettava comunque al titolare del ministero della Salute.