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Per l’Ue le Cayman non sono più un paradiso fiscale: da non credere

Pubblicato il 08/10/2020 13:42

Tra le tante battaglia che l’Unione Europea, coi fatti o con le parole, si propone di portare avanti, di sicuro quella contro i paradisi fiscali non è proprio tra le primissime voci della lista. Non si spiegherebbe altrimenti il motivo per cui Oman e le isole Cayman siano state depennate dall’elenco delle giurisdizioni fiscali non cooperative. I ministri dell’Economia e delle Finanze dell’UE hanno deciso di rimuovere questi due Paesi, suscitando i malumori del Parlamento europeo.

Una decisione che non ha mancato di suscitare stupore. Come quello dell’eurodeputato Pedro Marques, portavoce S&D in materia fiscale, che ha commentato così l’inattesa notizia: “Sono rimasto scioccato nell’apprendere che oggi i ministri dell’Ue hanno cancellato le Isole Cayman dalla lista nera dei paradisi fiscali europei”. La nuova lista, come aggiornata al 6 ottobre 2020, include ora 12 Paesi terzi considerati come lesivi della trasparenza fiscale: Anguilla, Barbados, Fiji, Guam, isole vergini americane, Palau, Panama, Samoa, Samoa americana, Trinidad and Tobago e Vanuatu.

Per l'Ue le Cayman non sono più un paradiso fiscale: da non credere

“La decisione dell’Ecofin sulle Isole Cayman mostra che i criteri per la lista nera dei paradisi fiscali dell’UE sono infranti” è stato il commento amaro dei socialdemocratici europei. “Le Isole Cayman guidano la corsa al ribasso offrendo un’aliquota fiscale zero, facilitando le aziende e i super ricchi a schivare le responsabilità di pagare la loro giusta quota. Chiaramente, i criteri dell’Ue per l’inserimento nella lista nera dei paradisi fiscali non funzionano”.

Per l'Ue le Cayman non sono più un paradiso fiscale: da non credere

Diverso il punto di vista offerto dal Consiglio. Oman e Isole Cayman sono state rimosse dall’elenco “dopo aver approvato le riforme necessarie per migliorare il loro quadro di politica fiscale” è la motivazione addotta dai ministri economici dei 27, che dunque sostengono di aver rilevato progressi all’interno dei Paesi in discussione dal punto di vista della trasparenza. Progressi che sfuggono alla gran parte degli osservatori. A insorgere è stato anche il Movimento 5 Stelle: “La decisione dell’Ecofin è un regalo di Natale, fuori stagione, a grandi evasori e alla criminalità organizzata che li utilizza per riciclare il denaro sporco” è stata la reazione di Piernicola Pedicini.

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