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“Sedati e legati al letto”. La denuncia choc dei parenti delle vittime del Covid: “Cosa succedeva negli ospedali”

Pubblicato il 01/03/2023 13:26

Malati di Covid legati al letto contro la propria volontà, con i cellulari sequestrati mentre cercavano disperatamente di telefonare a qualche parente, chiedendo di essere portati a casa. Uno scenario agghiacciante, quello raccontato dai famigliari delle vittime: 80 persone che, come raccontato da Angela Camuso sulle pagine della Verità, hanno chiesto di essere ascoltati dalla futura Commissione d’inchiesta, che nascerà per far luce su quanto accaduto durante i drammatici giorni della pandemia. E che nel frattempo hanno organizzato una manifestazione per il 7 marzo davanti al ministero della Salute per far sentire la loro voce. Raccontando episodi agghiaccianti andati in scena dopo l’esplosione dell’emergenza Covid, storie diverse con un comune denominatore: i pazienti privati dei loro diritti, senza più la possibilità di vigilare sulle terapie che stavano ricevendo. (Continua a leggere dopo la foto)
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pazienti covid legati sedati

Tra le storie raccolte dalla Verità c’è quella di Gianni Caon di Gorizia, morto di Covid a 62 anni senza nessuna patologia alle spalle, arrivato in ospedale “per un controllo, con la saturazione a 99, quindi ottima”. La moglie ha raccontato: “Dopo un giorno e mezzo lo hanno intubato dicendo che era gravissimo. Nei giorni successivi mi hanno detto che era migliorato, ma che siccome voleva tornare a casa lo avevano intubato di nuovo perché si agitava troppo. Mio marito è morto il 5 febbraio, era in ospedale dal 10 gennaio. Non riesco a rassegnarmi”. (Continua a leggere dopo la foto)

Berardo Gualini, 79 anni, era invece entrato in ospedale asintomatico a Teramo. Anche lui è morto dopo pochi giorni. La figlia Sabrina ha spiegato di averlo portato lì per dei controlli visto che “aveva manifestato astenia e non poteva assumere farmaci per bocca a causa di un’insufficienza renale. Avevo chiesto per lui la terapia anticorpale in day hospital, mi hanno risposto che era meglio ricoverarlo per tenerlo sott’occhio. Camminava e parlava, è stato allettato senza motivo. Dopo la morte aveva le braccia gonfie di edemi. Il primario al telefono mi ha detto che era colpa sua, perché non si era vaccinato”. (Continua a leggere dopo la foto)

Racconti che lasciano sbigottiti. Come quello dei parenti di Antonio Stellabotte, 77 anni di Monza, legato mani e piedi “perché si agitava. Era lucidissimo. Finché siamo riusciti a parlarci diceva di voler tornare a casa, conversazioni interrotte dall’infermiere che voleva rimettesse il casco. Il giorno dopo ci hanno chiamato per dirci che non c’era più niente da fare”.

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