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“Covid 19, dodici mesi di pensiero critico”: sbarca in Italia il docufilm che non vogliono farvi vedere

Pubblicato il 22/02/2023 12:55 - Aggiornato il 22/02/2023 13:43

Per due lunghissimi anni gli italiani si sono trovati costretti a rispettare restrizioni, obblighi, imposizioni di ogni sorta. In un clima soffocante in cui mettere in discussione il pensiero unico diffuso dai media mainstream si è rivelato sempre più difficile, con la censura sempre pronta a scattare. Ora, per fortuna, le cose sono finalmente cambiate e i cittadini hanno subito fatto capire di non essere più disposti a farsi guidare da scelte irrazionali e incoerenti. A testimonianza di questo cambiamento c’è il grande successo riscontrato dal documentario “Covid 19, dodici mesi di pensiero critico”, realizzato da La Verità e pubblicato sul sito della testata. A pochi giorni dal lancio, in diverse città si stanno organizzando addirittura proiezioni pubbliche accompagnate da dibattiti e confronti. (Continua a leggere dopo la foto)
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Una sorta di docu-tour per riunire finalmente quegli italiani che i politici hanno voluto per troppo tempo divisi, in un Paese lacerato dall’esperienza della pandemia. Le prime proiezioni andranno in scena a Trieste e Napoli, successivamente altre tappe sono previste in Lombardia, Piemonte, Abruzzo, Veneto e Lazio. (Continua a leggere dopo la foto)

Il film è nato dall’idea di superare riduzionismi e contrapposizioni sterili che hanno caratterizzato fin qui il dibattito sull’emergenza Covid e ha visto la partecipazione di economisti, accademici, giornalisti e scienziati che hanno analizzato sotto vari punti di vista (giuridico, sanitario, culturale, economico) i mutamenti avvenuti durante la pandemia, a partire dall’introduzione del Green pass avvenuta nel 2021. (Continua a leggere dopo la foto)

docufilm covid la verità
Isolation Quarantine Coronavirus Covid 19

L’analisi critica di una società “militarizzata“, all’interno della quale i cittadini sono sballottati da un’emergenza all’altra (ieri il Covid, oggi la guerra in Ucraina, domani chissà) e costretti a rinunciare a margini via via crescenti di pensiero critico, dovendo accettare soltanto la narrativa mainstream. Una parte del film è dedicata alla “società del controllo” che sta prendendo forma in maniera sempre più marcata, con le persone mutate in utenti digitali e tenute costantemente sotto osservazione.

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