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Immigrazione, schiaffo all’Italia dall’Europa. Respinte tutte le richieste: “Sono e restano un problema vostro”

Pubblicato il 09/06/2023 13:42 - Aggiornato il 19/06/2023 11:20
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Si potrebbe riassumere tutto citando Shakespeare: “Tanto rumore per nulla”. La morale è sempre la stessa: l’Europa lascia l’Italia da sola. Per l’ennesima volta l’Ue scarica il nostro Paese sulla questione migranti. È stato infatti trovato un accordo che di fatto è senza sostanza. L’ultima trattativa sul nuovo Patto per l’Asilo e i Migranti si è concluso con un nulla di fatto. Come sottolinea Repubblica, il concetto di “solidarietà obbligatoria” che si trova al centro del patto non ha nulla a che vedere con la partecipazione attiva degli altri Stati e soprattutto con il concetto di “redistribuzione dei migranti” che invece invocava l’Italia. Cosa c’è dunque dentro questo nuovo accordo? (Continua a leggere dopo la foto)
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Sulla redistribuzione si resta alla “volontarietà”, legata però alla possibilità di pagare 20 mila euro per ogni migrante rifiutato in base alla definizione annuale della quota di extracomunitari da ricollocare. Unica nota positiva del nuovo Patto per l’Asilo e i Migranti per l’Italia è una nuova regola più elastica sui “Paesi Terzi” cui rimandare indietro i migranti illegali “che abbiano avviato la loro partenza proprio da quelle aree”. Ma si tratta di una procedura dall’attuazione complicatissima, e quindi un’altra presa in giro da parte dell’Europa. Questo perché sarà necessario formulare nuovi accordi e stabilire vera “connessione” tra quel Paese e il migrante. Capiamo bene da soli che è complicatissimo e quindi irrealizzabile nella pratica. E poi? (Continua a leggere dopo la foto)
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Patto per l’Asilo e i Migranti, l’Europa scarica l’Italia

L’Europa con questo nuovo Patto per l’Asilo e i Migranti non fa passi avanti nei confronti dell’Italia. E questo è chiaro anche perché ci sono due aspetti che restano sulle spalle dei Paesi di primo approdo, Italia in testa. “Il carico di lavoro, amministrativo ed economico, per identificare i nuovi arrivi; e la gestione dei cosiddetti movimenti secondari“. Sostanzialmente l’Italia lascia che il nostro Paese sia solo di passaggio, scaricando sugli altri la gestione definitiva del migrante. Un modo, questo, che ci permetteva di “liberarci” di almeno una fetta di immigrati, ma ora imporranno regole più stringenti obbligandoci di fatto a tenerceli.

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