Alla fine la verità viene sempre a galla, nonostante i tentativi di nasconderla sotto uno spesso tappeto di bugie. Esattamente quello che è accaduto durante l’ultima puntata della trasmissione Dritto e Rovescio, condotta da Paolo Del Debbio, che ha visto il senatore Gianluigi Paragone andare all’attacco dell’esponente di Italia Viva Davide Faraone, impegnato nel grottesco tentativo di difendere l’operato del governo giallorosso e la decisione di togliere il Natale agli italiani, vista l’incapacità ormai appurata di gestire l’emergenza sanitaria da parte di chi ci governa.
Durante la trasmissione Faraone ha negato che il governo abbia lasciato indietro qualcuno nella gestione degli aiuti, sostenendo che i preziosi “ristori” siano arrivati a tutti o quasi e che quindi la crisi non abbia messo davvero in ginocchio le famiglie. A quel punto, Paragone ha invitato gli ascoltatori a spiegare all’esponente del partito di Matteo Renzi, evidentemente prigioniero di un mondo un filino diverso da quello reale, come stanno davvero le cose: “Cari imprenditori che siete senza ristoro, mandatemi una mail”.
Paragone ha poi cercato di spiegare a Faragone come stanno veramente le cose: “Tu vuoi anestetizzare il Paese, occhio a non fare la bella addormentata nel bosco, durante il pranzo di Natale la tragedia che vedranno i lavoratori è lo spettro del licenziamento, i piccoli imprenditori che hanno a che fare con le banche…”. L’esponente di Italia Viva, inchiodato alle proprie responsabilità, ha cercato di controbattere: “Ti sei messo a fare gli elenchi come Salvini, voi fate gli elenchi e noi risolviamo i problemi”. Ma visto che di problemi risolti, in realtà, ce ne sono stati finora pochissimi, Paragone è saltato subito sulla sedia: “Voi siete quelli che perdete le elezioni e poi vi ritrovate a governare, sono anni che le perdete”.
Neanche il tempo di terminare la puntata, poi, ed ecco che al senatore sono iniziate ad arrivare migliaia di testimonianze da tutta Italia, quelle di chi soffre davvero sotto i colpi di un’emergenza senza precedenti e prova uno spiacevole mix di rabbia e stupore nel sentire esponenti del governo vantarsi del proprio operato: “Sono Alberto un tour operato toscano dimenticato totalmente dallo Stato”, “Mi chiamo Mauro e sono un musicista professionista ancora in attesa di aiuti”. E via così, una lunga serie di nomi e indirizzi che corrispondono ai volti di un Paese che soffre, annaspa, abbandonato a sé stesso da chi chiede sforzi senza dare nulla in cambio. C’è chi invia il proprio codice Ateco, sottolineando come sia la burocrazia a ingolfare la macchina dei “ristori” che non arrivano così ai cittadini, chi allega foto di bollette salatissime, chi racconta i propri drammi personali. Chissà che, di fronte a tanta indignazione, qualcuno dalle parti del governo non apra finalmente gli occhi.
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