Ha vinto il sì ma il Movimento Cinque Stelle non ha molti motivi per sorridere, anzi. Questo il succo dell’analisi fatta all’Adnkronos dal senatore Gianluigi Paragone, leader di Italexit – No Europa per l’Italia, all’indomani del voto del 20 e 21 settembre: “Il referendum non è una vittoria del M5S. Avrebbe vinto comunque il sì, era stra-scontato. Il Movimento andrà a scomparire perché ha un’idea scarsa della politica. Non è la vittoria di Di Maio ma la sconfitta della politica, che è stata mangiata dalla finanza e dai poteri forti”.
Paragone ha poi tratteggiato un futuro tutt’altro che roseo per il M5S: “Visto che il Movimento non ha elaborato una tesi, la cosa più facile è dire ‘abbassiamo il numero dei parlamentari’. Il tema vero è la centralità del Parlamento, ma della questione non frega nulla. Il M5S è destinato a perdere progressivamente: sui territori si aggrappa al Pd per tentare di avere ancora un po’ di luce riflessa. Patuanelli è un ministro del Nord e in Veneto prendono il 3%. Hai il ministro del Lavoro e perdi nelle regioni del Sud. Tra un po’ non c’è neanche più da spendere parole. Poteva essere l’inizio della rivoluzione, è stata una simpatica parentesi”.
Nemmeno gli Stati Generali in programma per ottobre, secondo Paragone, potranno servire a rilanciare un Movimento che ormai ha fatto il suo tempo: “Gli Stati Generali del M5S saranno proprio come quelli celebrati prima della rivoluzione francese, non si affannassero neanche a tentare di rianimare questa cosa”.
Paragone ha poi lasciato un’ultima riflessione per Alessandro Di Battista: “Io e Alessandro siamo amici, lo stimo, il problema non è lui ma il M5S. È una coca sgasata calda. Puoi anche rimetterla in frigo, ma è sgasata, non può più tornare quella cosa di prima. E fra un po’ – ha profetizzato il senatore – anche l’inganno sui soldi dell’Europa vedrà la luce”.
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