Il governo di Giorgia Meloni ha scelto la linea morbida nei confronti dell’Europa, come evidenziato dall’ultimo confronto tra la premier e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Un faccia a faccia che qualcuno, anche tra i sostenitori di Fratelli d’Italia, immaginava più acceso. E che non ha sorpreso, però, Gianluigi Paragone, fondatore del partito Italexit e ospite dell’ultima puntata del programma Omnibus in onda su La7, durante il quale ha spiegato senza troppi giri di parole alla conduttrice Gaia Tortora:”Non poteva essere che così, le condizioni non ci sono per il premier Meloni di andare a fare la voce grossa in un momento in cui l’Europa è debole, schiacciata dalle decisioni della Bce e da un contesto internazionale che non la mette certamente nelle prime posizioni”. (Continua a leggere dopo la foto)
Paragone: “Bce deve cancellarlo”
“Bisogna rilanciare l’idea di cancellare il debito, bisogna rendere perpetuo il debito nella pancia della Bce – ha spiegato Paragone – Si ragiona sul debito pubblico europeo e non lo faccio pagare agli stati membri che lo hanno contratto. Invece la Bce mette all’angolo i Paesi, ad esempio non comprando i titoli di Stato. Almeno lo si faccia per il debito degli ultimi due anni di Covid e lockdown”. (Continua a leggere dopo la foto)
“La grande Europa non avrebbe ulteriori strumenti a leva finanziaria per aiutare i paesi in difficoltà e l’unica cosa sarebbe far scattare il meccanismo del Mes?” ha chiesto Paragone durante il dibattito che si è acceso in studio. Spiegando poi come il Mes sia “un vero e proprio commissariamento, è un apparato di super burocrati che sono per definizione e per statuto intoccabili, improcessabili”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Hanno il massimo della protezione diplomatica. L’Europa non ha altri strumenti? Questo vuol dire istituzionalizzare il programma-Grecia. Se anche dovessero sbagliare qualcosa che producesse una frattura economica, nessuno li può toccare. A casa devono capire che questi hanno uno status che nessun dirigente pubblico in Italia ha, neanche i ministri ce l’hanno un qualcosa del genere”.
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