Lo ha definito “il male più brutto del nostro tempo”. Che in un periodo così complesso, in cui la pace mondiale sembra seriamente minacciata dal comportamento dei leader delle varie nazioni, è un’affermazione molto forte. Papa Francesco, peraltro, del contrasto ai venti di guerra che sconvolgono il mondo ha fatto da tempo il suo argomento principale. Come è giusto che sia per il massimo esponente della Chiesa Cattolica. Travaglio, in un suo articolo, ha scritto che il Papa è l’unico leader condiale ad aver colto pienamente i pericoli che corriamo. Ma durante il Convegno sull’Antropologia delle Vocazioni, il Pontefice ha indicato quello che secondo lui è “il pericolo più brutto” di questi tempi difficili: l’ideologia Gender. (continua dopo la foto)
Un attacco diretto e inatteso che ha imbarazzato quella sinistra che al Papa argentino ha sempre rivolto un occhio di riguardo, in parte ricambiata. A cominciare dal “filo diretto” del Papa con Eugenio Scalfari nei primi anni del suo pontificato, su molti temi sembrava esservi consonanza fra i progressisti e Bergoglio. Per esempio sui temi legati all’ambiente e all’immigrazione. Inevitabile, dunque, che l’attacco del Papa a uno dei temi preferiti dalla sinistra progressista abbia creato difficoltà agli esponenti di quella parte politica. “L’ideologia del gender”, ha affermato il Papa, “annulla le differenze. E porte a una cancellazione dell’umanità”. Mentre la distinzione fra uomo e donna, al contrario, è fonte di una “feconda tensione” essenziale per gli esseri umani. (continua dopo la foto)
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Ed è questo il motivo principale per cui Bergoglio ha scelto di affrontare in modo così diretto questo tema. Perché nella negazione delle differenze, vede un vero pericolo. Quello della nascita di una “umanità indistinta”, priva di punti di riferimento che per secoli hanno caratterizzato il vivere sociale. Uomini e donne, con le loro specifiche qualità e sensibilità, sono visti come “una cosa sola”, che si completa e permette la sopravvivenza della nostra specie. Una posizione condivisa anche da molti che religiosi non sono, ma vedono i pericoli di un appiattimento culturale e di una confusione che potrebbe snaturare l’essenza di un’umanità sempre più confusa. Per questo il Papa ha annunciato di aver commissionato studi specifici per approfondire le implicazioni di questa, parole sue, “brutta ideologia”.
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