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Palazzo Chigi? No, Ufficio Complicazioni. Un groviglio di norme intrappola l’Italia

Pubblicato il 13/05/2020 10:49

Qualcuno spiega al governo Conte che tra le parole rivolte agli italiani nelle dirette social e i fatti con i quali si è tentato di aiutare il Paese a uscire, poco e male, dalla crisi c’è un abisso, una distanza sconfinata non colmabile certo con delle semplici, vuote promesse. A turno, più o meno tutti gli esponenti giallorossi alle prese con l’emergenza coronavirus e con la necessità di una rapida ricostruzione economica hanno utilizzato una parola magica: “Semplificare”. Bella, incoraggiante. Alla quale hanno fatto seguito, però, ben 250 atti tra decreti, ordinanze, dpcm e chi più ne ha più ne metta.

Palazzo Chigi? No, Ufficio Complicazioni. Un groviglio di norme intrappola l'Italia

Un caos nel quale districarsi è pressoché impossibile e che ha contribuito a ritardi e confusione in un momento in cui, invece, rapidità ed efficacia dovrebbero essere le parole d’ordine alle quali ispirarsi. E che ha finito per travolgere, insieme ai cittadini che ancora attendono cassa integrazione e bonus vari, anche il decreto Rilancio, che doveva essere varato ad aprile, è stato rimandato a maggio e chissà se e quando sarà effettivamente pronto. Una manovra da 55 miliardi che continua ad allungarsi e contrarsi come una fisarmonica giorno dopo giorno, con aggiunte, tagli e limature da record.

Palazzo Chigi? No, Ufficio Complicazioni. Un groviglio di norme intrappola l'Italia

A pesare, oltre alle già citate difficoltà, sono le spaccature di una maggioranza nei fatti sempre meno unita, ormai su posizioni contrastanti di fronte a ogni possibile intervento. La spaccatura venuta alla luce sulla regolarizzazione dei migranti è la punta di un iceberg immenso, nel quale pesa anche la dubbia tenuta di un Movimento Cinque Stelle che continua a perdere pezzi e consenso. Il tutto, ovviamente, non fa che favorire polemiche che in un circolo vizioso rendono a loro volta più difficile trovare una quadra definitiva: mentre il governo aspetta ancora a chiudere il decreto, ecco infatti insorgere in queste ore i Comuni, gli albergatori, i ristoratori, le scuole, gli operatori del turismo. Ognuno insoddisfatto, ognuno a chiedere di più. E i giallorossi, in balia della tempesta, si rimettono al tavolo e tornano a discutere, senza mai decidere.

Palazzo Chigi? No, Ufficio Complicazioni. Un groviglio di norme intrappola l'Italia

Il risultato finale è quello di un’Italia che ogni giorno si affaccia alla finestra in attesa di prese di posizioni definitive e si ritrova invece a osservare un governo che riunisce e si discute giorno e notte rimandando poi puntualmente il momento del via libera. Quando arriverà il momento, poi, sarà bene avere un ombrello a portata di mano, per ripararsi dall’ennesima pioggia di articoli seguiti da decreti applicativi e circolari. Serviranno chiarimenti e specifiche, seguiranno difficoltà nell’applicazione degli aiuti promessi agli italiani. Un copione tristemente già visto e che continua ad andare in scena settimana dopo settimana. Mentre le famiglie si ritrovano con le tasche sempre meno piene.

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