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Mezzo Mediterraneo si ribella a Europa e Ong: ecco il documento che mette l’Ue spalle al muro

Pubblicato il 14/11/2022 11:37 - Aggiornato il 14/11/2022 11:38

Mentre l’Europa vuol far passare l’Italia come il Paese brutto e cattivo, disumano e contro l’accoglienza, si scoprono gli altarini. E cioè che il problema vero non sono i migranti o i disperati da salvare in mare – quello il nostro Paese lo ha sempre fatto: per vocazione, cultura, tradizione – ma le Ong. E contro le Ong non è solo l’Italia a schierarsi. Ma anche altri Stati, tanto che all’interno dell’Ue si sta consumando l’ennesima guerra. Sarà forse perché l’accusa agli altri Stati di fare un uso politico delle Ong è arrivata dritta al segno? C’è infatti la possibilità, ora, di creare un fronte comune per costringere l’Europa a farsi carico del problema degli immigrati illegali trasportati a riva dalle Ong private che “non rispettano la cornice giuridica internazionale”. In vista del consiglio europeo straordinario sul tema, Italia, Grecia, Cipro e Malta hanno firmato una dichiarazione congiunta dai toni risentiti nei confronti di Bruxelles e di quelle nazioni (Francia, Germania, Spagna e Olanda) che – come denuncia Giorgio Gandola su LaVerità – “fanno le compassionevoli con i clandestini degli altri ma non riescono a esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la loro bandiera”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il documento dei Paesi che si trovano a sostenere la posizione dell’Italia che vuole nuove regole anche per le Ong e dunque sulla gestione dei flussi, contiene quattro punti chiave “destinati a smascherare la doppia morale Ue sui ricollocamenti e sulla rotazione dei porti, cardini degli accordi di Malta del settembre 2019, ribaditi formalmente nel giugno scorso ma mai rispettati”. Italia, Grecia, Malta e Cipro, dunque, attraverso i loro ministri dell’Interno e della migrazione, affermano che “il meccanismo di relocation riguarda solo una frazione molto esigua del numero effettivo degli arrivi irregolari di quest’anno”. Praticamente un bluff di cui l’Europa si è pure vantata, affermando che 112 migranti sono stati accolti dall’Ue. Sì, ma il totale quanto era? 90mila. 112 su 90mila non ci sembra un risultato di cui andare orgogliosi, vuol dire che il sistema non funziona, e v’è della volontà nel non farlo funzionare. (Continua a leggere dopo la foto)

Spiega ancora Gandola riportando i punti della lettera congiunta: “Il meccanismo è rivelato lento nel raggiungere l’obiettivo dichiarato. Tutto ciò e increscioso e deludente, soprattutto nel momento in cui i nostri Paesi devono affrontare una pressione migratoria che mette a dura prova il sistema di asilo e accoglienza”. Gli altri due punti prendono di mira direttamente le navi Ong: “Non passiamo sottoscrivere l’idea – scrivono quelli del Club Med – che i Paesi di primo ingresso siano gli unici punti di sbarco europei possibili per gli immigrati illegali, soprattutto quando ciò avviene in modo non coordinato, sulla base di una scelta fatta da navi private che agiscono in totale autonoma rispetto alle autorità statali competenti”. (Continua a leggere dopo la foto)

Gli stati firmatari chiedono che ogni Paese “eserciti la giurisdizione ed il controllo sulle navi battenti la propria bandiera e si assuma le sue responsabilità in conformità con gli obblighi internazionali”. Questa dura presa di posizione – che è stata largamente condivisa dagli altri Paesi del Mediterraneo – mette l’Ue e i perbenisti con le spalle al muro. Germania, Olanda, Lussemburgo e Spagna hanno però di fatto rigettato la proposta della Francia di isolare I’Italia. E anche questo era inaspettato. Ora si attendono i prossimi sviluppi, soprattutto sul fronte della gestione delle Ong.

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