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“Un nuovo lockdown e la quarta dose”. I piani del governo per un’emergenza permanente

Pubblicato il 16/12/2021 09:27

Ci sono due fatti importanti da segnalare dopo le ultime dichiarazioni dell’Ecdc, cioè il Centro europeo per il controllo delle malattie, sulla Omicron. Da una parte hanno ammesso che i vaccini non bastano per fermare il Covid, confermando dunque la loro parziale utilità e tutto ciò che ne consegue (come ad esempio la follia dell’obbligo); dall’altra, però, hanno suggerito tacitamente di imporre nuove strette. E i nostri “esperti” non vedevano l’ora, tanto che inizia già a circolare l’ipotesi di un nuovo lockdown. “Non ci sarà tempo per colmare i gap vaccinali ancora esistenti. È urgente intraprendere azioni forti per ridurre la trasmissione e alleviare il pesante carico sui sistemi sanitari e proteggere i più vulnerabili nei prossimi mesi. I Paesi hanno diverse opzioni di risposta in vista delle festività”, ha detto l’Ecdc. (Continua a leggere dopo la foto)

Il vaccino da solo, quindi, non basta più. Ammesso che sia mai bastato, visti i numeri. Con quasi il 90% della popolazione vaccinato, e con la terza dose in corso, si hanno comunque contagi a iosa. La variante Omicron, però, corre indisturbata in tutta Europa, e questa è la “scusa” che molti dei “nostri” stavano aspettando per continuare con l’emergenza permanente. “Bisogna tornare a puntare forte sui comportamenti. Negli ambienti chiusi, e anche all’aperto, ci vuole grande cautela. Già facendo rispettare le regole sulle mascherine e il distanziamento si può rallentare la corsa del virus. Altrimenti accelera”, ha subito detto a Repubblica Walter Ricciardi, il consulente per le questioni internazionali del ministro alla Salute Roberto Speranza.

“Con Omicron la progressione dei casi è impressionante, anzi raccapricciante – dice -. Basarsi solo sui vaccini non è sufficiente, come non basterebbe usare solo misure di sanità pubblica”. Quindi? Via con un nuovo lockdown. Andrea Ammon, direttrice dell’Ecdc, è dello stesso avviso: “Ci vuole una rapida reintroduzione e rafforzamento degli interventi non farmacologici. Come l’uso appropriato di mascherine, telelavoro, prevenire l’affollamento negli spazi pubblici, ridurre l’affollamento sui mezzi pubblici, rimanere a casa in caso di malattia, mantenere misure di igiene delle mani e delle vie respiratorie e garantire un’adeguata ventilazione negli spazi chiusi”. (Continua a leggere dopo la foto)

Nel Cts, intanto, queste parole suonano come musica. Lockdown e quarta dose sarà la ricetta per gli italiani. “Possibilità concreta”, ha detto il coordinatore del comitato Franco Locatelli. La vaccinazione quindi non va abbandonata malgrado i suoi buchi e malgrado i dati, anzi, ma va rimpolpata con una quarta dose. Nel mentre, però, si chiedono misure più dure sul Green pass: “Molti ricoveri sono ormai di persone vaccinate da oltre cinque mesi. Il certificato verde dovrebbe scadere dopo sei mesi e non nove”, ammette Antonio Ferro, presidente della Società italiana di igiene e direttore della sanità del Trentino. “E poi andrebbero tolti i tamponi dalle condizioni per ottenere il Green Pass”. Ecco.

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