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Lockdown, ecco il nuovo Piano pandemico: “Si scrive Schillaci si legge Speranza.” La bozza

Pubblicato il 18/01/2024 21:13 - Aggiornato il 20/01/2024 10:29

“Se necessario sì a mascherine, chiusura delle scuole, limitazioni di spostamenti e assembramenti”. Avete letto queste raggelanti raccomandazioni? Ebbene, non le ha rilasciate Roberto Speranza ai tempi della psicosi indotta che abbiamo chiamato “emergenza sanitaria”. E non è nemmeno l’ultima sparata televisiva di Matteo Bassetti o di un Burioni qualsiasi. No, sono le indicazioni promosse dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, all’interno del “Piano strategico operativo di preparazione e risposta ad una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria a maggiore potenziale pandemico 2024-2028”. In questo titolo alla Lina Wertmüller si racchiude il nuovo Piano pandemico 2024-2028, documento lungo oltre 200 pagine, inviato alle Regioni, sui cui si dovrà siglare l’accordo in sede di Conferenza Stato Regioni e che poco o nulla si distacca da quelli che lo ha preceduto: l’ultimo nel biennio 2021-2023. Il vecchio Piano scade il 24 gennaio prossimo. Anche nel nuovo, i vaccini restano “la misura più efficace”. Ci torneremo in seguito. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Se necessario…”

La differenza che forse sfugge al ministro, ma soprattutto ai tecnici del Ministero, è che fortunatamente la presunta pandemia da Covid-19 – e con essa l’intero corollario di restrizioni, chiusure e vaccini obbligatori e Green pass – è in realtà alle spalle: lo ha decretato persino l’Organizzazione mondiale della sanità lo scorso 5 maggio 2023. Ecco perché quel “Se necessario” inquieta non poco. Nel documento, infatti, si affrontano i vari aspetti della lotta a una nuova pandemia. Pare una vera fissazione, quella della “nuova pandemia”. Ai nostri lettori più attenti non sarà sfuggito quanto scrivevamo appena l’altro ieri sulla risibile “minaccia” della Malattia X, che non esiste ed è solo ipotetica, ma attorno alla quale si è discusso a Davos, nell’annuale consesso dei padroni del mondo del World Economic Forum. Ma soprattutto, quel che preoccupa è una certa aderenza alla bozza del nuovo Trattato pandemico allo studio dell’Oms, che minerebbe quel poco che resta delle sovranità nazionali. Uno scenario da incubo. (Continua a leggere dopo la foto)
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I vaccini, la misura “più efficace”

“Il Piano – precisa il Ministero in una nota – contiene ogni misura che potrebbe rendersi necessaria per proteggere i cittadini di fronte ad un’emergenza pandemica e, così come chiaramente descritto, ne prevede una modulazione, anche temporale, in base all’andamento epidemiologico, all’efficacia, e alle effettive necessità”. Tutte nobilissime intenzioni, nulla da dire, d’altronde si dice che la strada per l’inferno sia lastricata di buone intenzioni. Rabbrividiamo nel leggere (come dalla bozza visionata dall’Ansa) passaggi quali il seguente. Nelle azioni di contrasto a una pandemia, il Piano considera i vaccini “le misure preventive più efficaci, contraddistinte da un rapporto rischio-beneficio significativamente favorevole”. Nel Piano si parla anche delle procedure di emergenza per autorizzare l’immissione in commercio di farmaci e vaccini e si chiede di valutare sin da subito la capacità di approvvigionamento dei vaccini. Altrettanto ci inquieta leggere di “eventuali restrizioni alla libertà individuale”. Per la precisione, è scritto che in condizioni emergenziali potrebbe diventare “necessario imporre limitazioni alle libertà dei singoli individui al fine di tutelare la salute della collettività”. Questa l’abbiamo già sentita. (Continua a leggere dopo la foto)

https://www.ilparagone.it/attualita/pandemia-piano-totalitario-accuse-durissime-lesperimento-sociale-continua/

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I cinque obiettivi del Piano

Sono cinque i principali obiettivi fissati nella bozza del nuovo Piano pandemico, e li riprendiamo ancora dall’Ansa:
– ridurre gli effetti di una pandemia da patogeni a trasmissione respiratoria sulla salute della popolazione, riducendone la trasmissione, la morbilità e la mortalità;
consentire azioni appropriate e tempestive per il coordinamento a livello nazionale e locale delle emergenze;
ridurre l’impatto della pandemia sui servizi sanitari e sociali e garantire la continuità dei servizi essenziali;
tutelare la salute degli operatori sanitari e del personale coinvolto nella gestione dell’emergenza;
informare, coinvolgere e responsabilizzare la comunità nella risposta ad una pandemia da agenti patogeni respiratori.
Ora, possiamo fare gli scongiuri.

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