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“Venti volte più mortale”, a Davos si evoca la prossima pandemia: cos’è la “Malattia X” (che non esiste)

Pubblicato il 16/01/2024 20:55 - Aggiornato il 16/01/2024 20:57

Purtroppo, ne siamo pressoché certi, qualcuno ci cascherà ancora. I signori dell’universo, riuniti a Davos per l’annuale meeting del World economic forum, stanno decidendo le sorti dell’umanità e hanno già deciso il prossimo quadro della sceneggiatura: “La prossima pandemia sarà venti volte più letale dell’ultima”. Forse ci prendono per scemi, perché questa prossima, presunta, pandemia già ribattezzata “Malattia X” (“Disease X” in inglese), pur non esistendo, è già al centro di una apposita sessione di approfondimento intitolata “Prepararsi alla malattia X”. Dopo aver fatto i debiti scongiuri, colleghiamo i puntini: appena ieri scrivevamo dell’Organizzazione mondiale della sanità – in realtà economicamente sostenuta da finanziamenti privati, da Bill Gates al cartello di Big Pharma – e della inquietante bozza del futuro Trattato pandemico, che prevede una clausola capestro che vieterebbe agli Stati firmatari di eccepire alle eventuali politiche sanitarie della stessa Oms. Una sorta di dittatura globale, per sintetizzare brutalmente. La psicosi di massa per il Covid-19 e le misure liberticide speravamo rimanessero un ricordo. (Continua a leggere dopo la foto)
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davos malattia x vaccino

Scenari da incubo

Ebbene, la definizione che l’Organizzazione mondiale della sanità si è affrettata a dare di questa pandemia (inesistente allo stato attuale, per fortuna, e lo ribadiamo) è la seguente: “La malattia X sarebbe un’ipotetica futura epidemia internazionale causata da un agente patogeno ancora sconosciuto […] una ipotetica futura pandemia, che potrebbe causare un numero di vittime venti volte superiore a quello del Covid-19”. È surreale, peraltro, questa affermazione talmente apodittica e, come fa anche Il Giornale d’Italia, ci domandiamo: se la pandemia è ipotetica e futura, come hanno fatto gli scienziati dell’Oms a stimarne la mortalità? Eppure, è già stata inserita nell’elenco delle malattie prioritarie dall’agenzia con sede a Ginevra, già dal 2018! La sessione dell’Oms sulla Malattia X durante il Forum di Davos si terrà nella giornata di domani, alla presenza del direttore dell’Organizzazione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, del ministro della sanità brasiliano, Nisia Trindade Lima, del presidente del Cda di AstraZeneca, Michel Demaré, dell’amministratore delegato di Royal Philips, Roy Jakobs, e del vicepresidente esecutivo della catena ospedaliera indiana Apollo, Preetha Reddy. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Vaccino in 100 giorni”, per un virus che non c’è

Ma c’è di più, di peggio e di più grave, se quanto scritto sinora non bastasse: l’Oms ritiene che un vaccino per la presunta Malattia X potrebbe essere sviluppato in un massimo di cento giorni, mentre i ricercatori dell’Università di Oxford hanno messo in campo le loro conoscenze per rendere adattabile il vaccino già in uso contro il Covid. E la necessaria sperimentazione? Noi, da profani, sommessamente ricordiamo che i tempi medi di commercializzazione dei vaccini, prima della pandemia da Covid-19, erano tra i cinque e i dieci anni, proprio per espletare le varie fasi della sperimentazione. Ma, soprattutto, ancora una volta ci chiediamo se davvero a Davos ci reputino tanto stupidi: come si può sviluppare un vaccino o un qualsivoglia farmaco contro una malattia che non conosciamo, e che non conosciamo perché non esiste?

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