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“Preparatevi alla nuova pandemia”. Gli Usa ci riprovano e avvertono Biden: “Ecco quando arriverà”

Pubblicato il 11/05/2023 15:41 - Aggiornato il 11/05/2023 15:57

Neanche il tempo che l’Oms dichiarasse ufficialmente la fine della pandemia da Covid, che ecco subito scattare un nuovo allarme. Questa volta dagli Stati Uniti, dove alcuni scienziati hanno già avvisato la Casa Bianca: entro il 2025 potrebbero arrivare altre ondate, a causa di varianti al momento ancora mai registrate. A riportare la notizia è Repubblica, che ha spiegato come, stando ai moniti degli esperti statunitensi, la probabilità “di una nuova epidemia entro i prossimi due anni è del 20-40%. Tra i sostenitori di questi catastrofici scenari c’è anche Eric Topol, direttore dello Scripps Research Translational Institute. (Continua a leggere dopo la foto)
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Una notizia di fronte alla quale, al momento, l’amministrazione Biden ha deciso di gettare acqua sul fuoco: la Casa Bianca ha fatto sapere di non aver ricevuto alcun rapporto ufficiale, al contrario di quanto riportato in queste ore dal Washington Post, sottolineando di aver solo avuto “conversazioni” con alcuni gruppi di esperti su varie tematiche. (Continua a leggere dopo la foto)

nuova pandemia entro 2 anni

Stando alle previsioni, a scatenare una nuova pandemia potrebbe essere una nuova variante, diversa dall’attuale Omicron, “già osservata negli Usa nelle acque residue”. A sostenerlo è il biologo Trevor Bedford, del Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle, che ha spiegato: “Non vedo perché un evento simile abbia meno probabilità di verificarsi oggi che nei primi due anni della pandemia. E anche se oggi quest’ultima appare finita, un Covid endemico resta una forte preoccupazione per la salute”. (Continua a leggere dopo la foto)

Parole che hanno scatenato preoccupazione in una parte degli utenti e rabbia in tanti altri, pronti a sottolineare come alcuni scienziati stia ormai “tifando” per uno stato di emergenza permanente: “Evidentemente il giro d’affari nato con la pandemia è stato talmente imponente – si legge in un commento – che qualcuno oggi non si rassegna all’idea che possa finire”.

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