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Non sono ancora arrivati, ma l’Ue ci taglia già i soldi del Recovery

Pubblicato il 09/03/2021 11:40

Prima ancora che i soldi del Recovery arrivino finalmente in Italia, sbandierati a più riprese da Conte e Draghi ma di fatto ancora soltanto virtuali, l’Europa è riuscita nel suo ennesimo capolavoro, quello di tagliarceli. Uno scherzo? Purtroppo no, soltanto l’ennesimo schiaffo in faccia a chi continua a parlare di un’Unione solidale e decisa a tendere la mano al nostro Paese con ritrovato spirito di solidarietà. Gli ultimi aggiustamenti di Bruxelles sul piano di aiuti, acquisiti dal governo Draghi e trapelati in queste ore, parlano infatti di una sforbiciata da 196 a 191,5 miliardi di euro. E le brutte notizie non sono ancora finite.

Non sono ancora arrivati, ma l'Ue ci taglia già i soldi del Recovery

Se inizialmente si era infatti parlato di un tesoretto disponibile a primavera, tra le proteste di chi chiedeva un’accelerata visto il momento di straordinaria emergenza, sappiate che invece la prima tranche (25 miliardi, niente di più) sarà nelle disponibilità del governo italiano soltanto a partire dall’estate 2021. Probabilmente, tra l’altro, alla fine della stagione, nel mese di agosto, forse addirittura settembre. Numeri emersi dall’audizione che il ministro dell’Economia Daniele Franco ha svolto davanti alle commissioni Bilancio, Finanze e Politiche dell’Ue di Camera e Senato. E che imbarazzano non poco tutti quei politici che in queste settimane non hanno fatto altro che tessere le lodi dell’Ue.

Non sono ancora arrivati, ma l'Ue ci taglia già i soldi del Recovery

Nell’ultima bozza messa a punto dal vecchio governo, datata 12 gennaio, il totale delle risorse ammontava a 222,9 miliardi. Dentro c’erano però anche i soldi del React Eu e soprattutto quelli dei fondi europei per il Sud che sono estranei al piano straordinario per la ricostruzione messo a punto da Bruxelles. Franco ha fissato i contorni del piano di gestione delle risorse. Con i soldi che, rispetto alla cifra stanziata dal Conte bis, sono scesi a 191,5 miliardi, perché intanto il nuovo regolamento europeo, emanato a febbraio, ha preso come riferimento per i prestiti il reddito nazionale lordo del 2019. I soldi arriveranno da qui al 2026.

L’altra novità è che il famigerato anticipo del 13% – pari a 24,8 miliardi – sarà corrisposto all’Italia “alla fine dell’estate”. Smentito così il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni che, soltanto pochi giorni fa, aveva parlato di primi soldi in arrivo “prima della pausa estiva”. Il nuovo titolare del Tesoro ha fatto anche riferimento ai tempi base della stessa road map di Bruxelles, che avrà tempi più lunghi. In base al regolamento approvato il 10 febbraio, infatti, i Paesi dovranno presentare il proprio piano entro il 30 aprile. Poi la Commissione europea avrà due mesi per la valutazione e successivamente toccherà al Consiglio europeo, che avrà a disposizione un mese.

L’Europa, insomma, ci chiede di aspettare ancora e ci taglia quelle poche briciole che il governo Draghi avrà la possibilità di gestire. Il tutto mentre il piano vaccinazioni è in clamoroso ritardo proprio a causa degli scellerati accordi stretti da Bruxelles con i colossi di Big Pharma. Nel frattempo, a muoversi verso un ritorno alla normalità sono quegli inglesi che l’Ue hanno avuto il coraggio di lasciarla. All’epoca, certa stampa lo dipinse come un errore madornale. Oggi, guarda caso, tutti tacciono.

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