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“Non si può morire sul lavoro a 18 anni”: gli studenti protestano e la polizia li manganella, feriti e arresti

Pubblicato il 24/01/2022 12:37

Una manifestazione per ricordare Lorenzo Parelli, il ragazzo di soli 18 anni che lo scorso 21 gennaio è uscito di casa per andare a lavorare senza più fare ritorno, vittima di un incidente durante il suo ultimo giorno di tirocinio a Castions di Strada, in Friuli Venezia-Giulia. L’ennesima, inaccettabile morte bianca in un Paese che soltanto nel 2021 ha visto perdere la vita ben 1404 persone in questo modo. Ma la protesta degli studenti organizzata a Roma si è presto trasformata in una serie di duri scontri con la polizia, con i ragazzi a denunciare in rete di essere stati travolti da violente cariche degli agenti.

Tra i licei e gli istituti che si erano dati appuntamento a piazza del Pantheon anche il Visconti, i cui studenti hanno pubblicato su Facebook un resoconto dell’accaduto mostrando anche le foto di un ragazzo ferito: “Ieri pomeriggio, in piazza del Pantheon, il reparto mobile della Polizia ha caricato gli studenti che manifestavano pacificamente in seguito alla morte di Lorenzo Parelli. Fra loro c’erano due membri del nostro collettivo, che sono stati feriti gravemente insieme a decine di altri ragazzi, dai 14 ai 18 anni”.

Secondo gli studenti, “il governo ha cercato di mettere a tacere con la violenza il grido di lotta che si alza da tutte le scuole della capitale. Lorenzo non è morto, è stato ucciso. È stato ucciso dal sistema scolastico in cui viviamo, che ci costringe a lavorare gratis per aziende private per abituarci a un futuro di precarietà e insicurezza. È stato ucciso dal governo Draghi, che risponde alle nostre richieste di cambiamento con la repressione e la violenza”.

Gli studenti della capitale hanno rilanciato, organizzando “un picchetto per sensibilizzare, protestare e informare”. Una notizia, quella degli scontri, che ha riacceso le recenti polemiche sulla gestione dell’ordine pubblico da parte del Viminale, prontissimo a stroncare le proteste nelle principali città italiane (come accaduto in occasione delle iniziative contro il Green pass) e decisamente più distratto su altri fronti.

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