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“Non ricordo, ma…”. Cosa ha a che fare Emma Bonino con il Qatargate? L’intervista che apre scenari inquietanti

Pubblicato il 13/12/2022 11:02 - Aggiornato il 13/12/2022 12:54

Rischia di allargarsi a macchia d’olio il cosiddetto Qatargate, lo scandalo che sta scuotendo il Parlamento Europeo con accuse di corruzione che continuano a piovere contro esponenti di spicco dell’Ue. Le accuse sono quelle di presunte pressioni nei confronti di esponenti politici e Ong, ma in attesa che vengano resi noti i risultati delle indagini c’è una presa di posizione che sta già facendo discutere. E parecchio. Parliamo, nello specifico, della linea adottata da Emma Bonino, senatrice e storica attivista dei diritti umani, che nel corso di una breve intervista rilasciata all’Ansa ha detto di non voler rilasciare dichiarazioni sulla vicenda. Poco dopo, però, ecco saltar fuori delle dichiarazioni fatte al Corriere della Sera che non sono passate inosservate. (Continua a leggere dopo la foto)

All’interno dell’inchiesta è finita anche la Ong “No peace without justice”, fondata dalla stessa Bonino nel 1993. Quando la giornalista del Corriere le ha fatto notare questo particolare, non proprio irrilevante, la risposta è stata: “No, non so niente. Aspetto la magistratura che si deve esprimere, credo che lo farà nel giro di pochi giorni”. (Continua a leggere dopo la foto)

A domande precise sull’arresto del segretario generale della Ong, Niccolò Figà-Talamanca, Bonino ha invece risposto: “Ho letto, ma non ho potuto parlare con Niccolò, lui adesso è in stato di fermo”. Aggiungendo poi di non ricordare bene nemmeno i passaggi che avevano portato alla fondazione della Ong: “È successo nel 1994. Forse era il 1993”. (Continua a leggere dopo la foto)

Forse soltanto una piccola dimenticanza, comprensibile vista la lunghissima carriera politica di Emma Bonino. Ma diversi utenti hanno letto questa indecisione come un modo per prendere in fretta e furia le distanze dall’organizzazione finita al centro di un polverone senza precedenti. Una posizione emersa anche dalle risposte alle domande sull’Ong “Fight Impunity (Combattiamo l’impunità)”, anch’essa al centro dell’indagine: “Non mi ricordo di lui, può essere che l’abbia incontrato qualche volta quando ero al Parlamento europeo”.

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