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“È per i no vax”. La patetica difesa di D’Incà “pizzicato” in settimana bianca. Denuncia del sindacato di polizia

Pubblicato il 12/12/2022 10:06 - Aggiornato il 12/12/2022 10:10

Mentre il mondo normale non sa come arrivare a fine mese e gli italiani stanno tagliando il carrello della spesa trovandosi a dover scegliere tra un piatto di pasta e il riscaldamento accesso, in questi giorni di inizio stagione turistica invernale i vip raggiungono le vette delle Dolomiti per la loro settimana bianca. Come segnala Il Mattino, però, è scoppiato un caso scorta. “Si viaggia con una media di 5 scorte di protezione da garantire a persone che ricoprono cariche istituzionali, tra polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia penitenziaria. Ma in altissima stagione, a ridosso del Capodanno, si può arrivare anche ad una decina di servizi da organizzare con le sole forze bellunesi. Significa una ventina di uomini, come minimo, dedicati solo a quello”. (Continua a leggere dopo la foto)

E così il sindacato di polizia, Siulp (Sindacato italiano unitario lavoratori polizia), tramite il suo segretario Albino Rossa, lancia l’allarme per la carenza di personale della Questura. Dopo che un caso in particolare ha innescato la polemica: due agenti della polizia di Stato sono stati chiamati a tutelare l’ex ministro Federico D’Incà, e i conti non tornano. Anche se l’ex esponente di Governo ormai non ricopre più alcuna carica istituzionale, nel comitato per l’ordine e la sicurezza pubblico della Prefettura è stato deciso di continuare a garantirgli la protezione. Il motivo? “Le minacce no-vax ricevute durante il suo mandato”. Roba da mettersi a ridere se non ci fosse da piangere. (Continua a leggere dopo la foto)

Da qui scatta lo sfogo del Siulp che sottolinea le “problematiche avvertite dai poliziotti chiamati a garantire questi servizi di scorta e delle implicazioni nella gestione dei rimanenti, e tutt’altro che secondari, servizi ordinari disposti dalla questura. La questione essenzialmente è sempre quella – dice il Siulp in una nota -: ossia quella riconducibile alla carenza di personale. Questione nota a tutti, e sicuramente anche all’ex ministro D’Incà quale destinatario di numerose nostre note sindacali al riguardo”. (Continua a leggere dopo la foto)

Due volte ministro per i Rapporti col Parlamento, Conte II e Draghi, il bellunese Federico D’Incà, è tornato alla “vita civile” dopo l’estate travagliata che l’ha visto abbandonare il Movimento 5 Stelle e in cui è sfumata una sua candidatura da “indipendente” nelle liste del Partito Democratico. La coda lunga dell’esperienza ministeriale porta con sé la presenza, a tutt’oggi, di una scorta. “Spero sia questione di poco per tornare a una vita normale – minimizza l’ex ministro al Corriere – diciamo fine dicembre”. Intanto, però, D’Incà sente fortissima su di sé la minaccia dei no vax…

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