Secondo i dati che riporta “La repubblica” un lavoratore su due è fermo. Dunque, su 23 millioni di lavoratori in Italia , sono ben 11 e mezzo, tra dipendenti che necessitano di cassa integrazione e i lavoratori autonomi che hanno smesso di fatturare, ad aver bisogno di aiuto. La situazione peggiorerà con il progredire del tempo. A salvarsi dall’ondata sono i lavoratori pubblici e quelli del privato che non hanno chiuso, ma per i quali sicuramente il futuro è incerto e fragile.
Il lockdown sta provocando una voragine profonda nel cuore dell’economia e del mercato del lavoro. Le risorse stanziate dal governo per sostenere gli 11 e mezzo milioni di lavoratori, in quarantena da più di un mese, sono 8 miliardi. Cifra che si è rivelata essere insufficiente.
Degli 8 miliardi, 3 quelli predisposti per i lavoratori autonomi. A presentare la richiesta all’Inps per ottenere il bonus dei 600 euro sono stati 4,2 milioni. Ma come già annunciato da “La reppublica” 500.000 sono in lista di attesa. Occorre che il ministero dell’Economia intervenga per garantire ulteriori risorse. Analoga situazione per gli autonomi non iscritti all’Inps, ma alle casse privatizzate degli ordini professionali. 455 mila hanno fatto richiesta, di questi solo 333 mila sono coperti. Inoltre, gli ordini sono costretti a muoversi in maniera autonoma e contraddittoria. È necessario che il ministero del lavoro chiarisca la norma per non lasciare indietro nessuno.
Per 6,8 milioni di lavoratori dipendenti, 723.000 imprese hanno fatto richiesta di Cig (cassa integrazione ordinaria e in deroga). 5 i miliardi stanziati dal governo. Ivana Veronese, segretaria confederale Uil spiega: “I soldi stanziati dal decreto di marzo ormai sono consumati. Così come le nove settimane di Cig. Il governo deve pensare di prorogarle.”
Dal momento che la riapertura durante la fase due sarà per scaglioni e non totale, è necessario che il governo accompagni il mondo del lavoro a lungo. Veronese, inoltre evidenzia l’importanza da parte del governo di pensare agli aspetti problematici come: “i figli a casa, il congedo terminato delle donne, i 900 euro di Cig insufficienti, che tra l’altro ancora non sono stati incassati perchè le banche sovraccariche possono dare un anticipo.”
Ci troviamo d’innanzi a una crisi senza precedenti dal post-guerra. Una situazione fuori dall’ordinario che per essere affrontata necessita di risposte straordinarie. Non è possibile che ancora si parli di mancanza di fondi per coprire il minimo che era stato promesso. Gli italiani e le imprese hanno bisogno di interventi veri e immediati.