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“Non è più possibile garantire il servizio”. Le promesse di Speranza restano solo parole

Pubblicato il 17/05/2022 09:44

Sul fronte sanitario la situazione, in Italia, è drammatica. Con il servizio di Pronto Soccorso che rischia di non essere più garantito ai cittadini. E con la necessità di interventi immediati, forti, da parte della politica per scongiurare il peggio. A lanciare l’allarme, attraverso le pagine del Fatto Quotidiano, è stato Fabio De Iaco, presidente della Simeu (Società di Medicina di emergenza-urgenza), nonché direttore del Pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria di Torino. Una delle tante realtà dove, nel nostro Paese, ogni giorno ci si trova a fare i conti con attese infinite, pazienti adagiati sulle barelle per giorni, medici che si arrendono.

“Abbiamo assoluto bisogno di risorse umane – ha spiegato De Iaco – Non riusciamo più a redigere nemmeno i piani ferie, perché non sappiamo come sostituire i colleghi. E quando ci riusciamo è solo al prezzo di un superlavoro obbligato per due settimane di riposo. Certo, ci fa piacere che il ministro Speranza ci dica ‘adesso si cambia’. Ma ci vuole tempo e noi abbiamo necessità di aiuto domani mattina. La situazione era già drammatica nel 2019. La pandemia ha esacerbato tutto, perché riducendo i posti letto per i pazienti non Covid ha provocato uno strozzamento. Noi ora alziamo le mani: stiamo gestendo servizi che non sono degni di questo nome”.

Come si è arrivati a questo punto? “Per troppo tempo sono stati commessi sempre gli stessi errori nella programmazione dei fabbisogni formativi. Poi ci è piombata addosso l’emergenza sanitaria. E purtroppo il lavoro in pronto soccorso non è più attrattivo da nessun punto di vista, né economico né professionale. All’ultimo concorso di 1.152 borse approvate e finanziate per la specializzazione ben 626 sono state rifiutate. Noi sono anni che stringiamo i denti. Cosa possiamo fare quando abbiamo 30-40 pazienti che aspettano giorni per essere ricoverati? Bisogna reclutare medici attingendo alle scuole di specializzazione. E subito”.

Secondo De Iaco va anche “riformato profondamente il sistema del 118, che adesso opera in convenzione. Integriamolo con il Pronto soccorso, diamo anche a questi operatori il profilo di dirigenti medici, per rendere concreta la loro figura, che oggi non ha una identità professionale. Poi è necessario prevedere una contrattazione diversa rispetto a tutti gli altri specialisti. Questo perché l’intensità del lavoro e il livello di usura di questi medici, con effetti disastrosi sulla vita privata, non sono paragonabili a quelli dei colleghi degli altri reparti ospedalieri”.

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