
Anche quest’anno sta andando in scena la giornata del risparmio energetico, la ormai famosa “M’illumino di meno”. A differenza della lezione di Ungaretti, la giornata si è allargata a quasi una settimana; un formato extralarge per infilarci dentro dibattiti, iniziative, riflessioni. Il che, a pensarci bene, è l’esatto opposto del senso della ricorrenza che invita a sottrarre più che ad aggiungere, a spegnere più che ad accendere.

Quando diversi anni fa l’iniziativa cominciò, la accolsi come un buon segno di civiltà, una eco di quel che le madri e le nonne (che avevano fatto la guerra) ci insegnavano, ossia di spegnere le luci per non appesantire la bolletta. “L’ultimo spegne la luce”, ci dicevamo io e mia sorella quand’era pronta la cena e si usciva frettolosamente dalla camera (in comune) verso la cucina. “E la luce del corridoio non consuma?”, rimbeccava mamma prima che ci sedessimo a tavola. Insomma, un invito alle buone maniere. Una giusta lezione di risparmio energetico in sintonia con una generazione che non ha avuto bisogno della giornata particolare; si faceva punto e basta.

Sia chiaro, non ho nulla contro l’iniziativa. Vorrei che però non diventasse uno dei soliti manifesti impregnati di ipocrisia, di lezioncine da impartire ai cattivi, o – peggio – uno di quei predicozzi tesi a costruire un senso di colpa. Spegnere la luce va bene, ma non sempre. Spegnere le luci significa anche avere zone buie, e se si spengono le luci dell’illuminazione pubblica per esigenze di bilancio poi si deve sapere che una zona buia è anche meno sicura, luogo ideale per spaccio e altro.

Invitare a spegnere la luce in questi anni di carenza energetica diciamo che fa comodo, l’energia in cascina diminuisce e costa pure parecchio. Ma attenzione, mentre noi ci impegniamo a spegnere le luci di casa e dei Palazzi istituzionali, dei lampioni comunali e quant’altro, c’è un giro un soggetto su cui si stanno concentrando montagne di soldi in una corsa senza limiti. Parliamo della Intelligenza Artificiale.
Sapete quanto consuma? Sono andato a sbirciare nel sito di una multiutility per non sbagliare e sta scritto: “Il rovescio della medaglia della I.A. sembra essere l’enorme quantità di energia che consuma. La ragione è legata al fatto che sistemi avanzati come i chatbot AI di OpenAI e Google, che sono alimentati da enormi datacenter, richiedono inevitabilmente l’impiego di risorse energetiche significative. Lo dimostra il fatto che, dal 2012 ad oggi, il fabbisogno energetico dell’intelligenza artificiale è raddoppiato ogni 3,4 anni in considerazione dello sviluppo di applicazioni progressivamente più energivore, come il machine learning e il riconoscimento facciale (che possono consumare su base annuale l’equivalente dell’energia prodotta da ben quaranta centrali nucleari)”.
E ancora: “Secondo una ricerca condotta da Alex de Vries della Vrije Universiteit Amsterdam, entro il 2027 i data center che alimentano l’AI potrebbero consumare tra 85 e 134 terawattora di energia all’anno, equivalente addirittura al consumo di intere nazioni come l’Argentina o i Paesi Bassi. Si tratta di cifre davvero impressionanti, che equivalgono a circa lo 0,5% del consumo energetico globale, ossia di tutto il mondo”. L’ultimo spenga la luce.