Nessuno tocchi Lucia Azzolina. Al centro da mesi di un vortice di polemiche feroci, con la riapertura delle scuole che si è trasformata in un caos senza fine, eppure blindata da un Movimento Cinque Stelle che attorno alla titolare dell’Istruzione ha deciso di fare muro. A partire dal concorso straordinario per i docenti: il Pd ha chiesto di farlo slittare a dicembre, proposta bocciata e per nulla gradita alle orecchie dei grillini, che l’hanno letta come una “bandierina” dem, un modo “per far vedere ai sindacati di avere una sponda su quel fronte”.
Il Movimento, insomma, sospetta che ancora una volta gli alleati stiano giocando non troppo pulito, accanendosi contro una Azzolina in evidente difficoltà per arrivare, quando ormai non sarà più difendibile, a sostituirla con un nome di area Pd. E così, nonostante i disastri della gestione del ritorno sui banchi, quella che riguarda la ministra è diventata una questione di principio: in un momento di agitazioni su tanti fronti, i Cinque Stelle non sono disposti a cedere. E pazienza se a storcere il naso, oltre ai giallorossi, sono anche le famiglie di tutta Italia.
“La richiesta di rinvio che unisce in una strana alleanza le opposizioni, i sindacati ma anche il Pd risulta tardiva e infondata” aveva tuonato subito il capogruppo al Senato Gianluca Perilli. Conte, a sua volta, ha fatto capire al Pd di non aver apprezzato.
Alla fine è arrivata la retromarcia: “Solo una riflessione, nessuna polemica”. Lo scontro, per ora, è in realtà solo rimandato, visto che per il Pd la scuola è terreno particolarmente fertile. Non resta che capire se la difesa della Azzolina proseguirà a oltranza, sempre e comunque.
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