Parlare di malori per gli sportivi, specialmente calciatori, è diventata ormai un’abitudine per la stampa specializzata e non solo. Ultimo per ordine di tempo ad avere un malore in campo è stato John Fleck dello Sheffield United, che si è sentito male martedì 23 novembre: il giocatore scozzese ha ricevuto l’ossigeno dalla bomboletta, per poi essere trasportato in ospedale. Ora le sue condizioni sono stabili, ma restano da accertare le cause del collasso, che sembrano legate a problemi di cuore. Appena il giorno dopo la stessa sorte è toccata ad Adama Traoré, giovane originario del Mali, che invece gioca nello Sheriff Tiraspol. Traoré è caduto a terra, portandosi le mani al petto, nel match contro il Real Madrid. Il club moldavo non ha ancora rilasciato comunicazioni ufficiali riguardo al suo attuale stato di salute.
C’è poi il caso di Sergio Aguero, che qualche tempo fa, in un match tra Barcellona e Deportivo Alaves, ha chiesto un cambio turno a fine primo tempo: El Kun ha riscontrato problemi di cuore. Tutt’ora viene seguito da un cardiologo. E del suo ritorno in campo si sa ben poco: per ora si parla di un fermo di almeno tre mesi. Il quotidiano tedesco Berliner Zeitung non ha potuto fare a meno di notare questa sequela sospetta di malori tra gli sportivi e ha deciso di pubblicare un report, agli inizi di novembre, che contiene una lunga lista di sportivi che sono collassati in campo, non solo: sono inclusi anche allenatori e arbitri che si sono sentiti male mentre svolgevano il loro lavoro oppure a breve distanza dall’aver svolto attività fisica. I casi contenuti nella lista sono ben ventiquattro, tutti verificatisi negli ultimi mesi. Secondo quanto riporta uno studio della ricercatrice israeliana Yaffa Shir-Raz (leggi qui), nel 2021 vi sarebbe stato “un incremento del 500% riguardo ai casi di decessi per arresto cardiaco manifestati in giocatori tesserati FIFA”, rispetto addirittura ai vent’anni precedenti. “Che cosa sta causando questa improvvisa epidemia?”, è la domanda scopo della ricerca.
L’opinionista sportivo britannico Trevor Sinclair si è posto questa stessa domanda in diretta, proprio in seguito al caso di John Fleck. “Penso che le gente voglia sapere se esiste un nesso con i vaccini”, dichiara Sinclair. Ma non gli viene dato molto tempo di continuare la sua disamina. Negli archivi della trasmissione TalkSport il video del suo intervento risulta tutt’ora tagliato a metà. Sinclair, ex calciatore, è stato in patria accusato di essere un no vax e un negazionista. Lui non si è lasciato intimidire e ha scritto chiaramente in un tweet: “I problemi di cuore dei calciatori, che sembrano spaventosamente diventati più frequenti, sono o non sono legati al vaccino?”. Domande che è lecito porsi, e alle quali sarebbe doveroso rispondere.