Dopo aver ricevuto l’ok dal Senato, il Decreto Rave si prepara ora ad affrontare il giudizio della Camera, che dovrà approvarlo entro 60 giorni dal varo del Consiglio dei ministri. La corsa contro il tempo del governo Meloni, insomma, è già iniziata, con l’Aula che dovrà dare il via libera entro il 30 dicembre per evitare che il pacchetto di norme decada. Uno scenario che la maggioranza vuole scongiurare a tutti i costi, come confermato dalla volontà di porre la fiducia. Tante le novità introdotte dal corposo testo, a partire da quella per contrastare i cosiddetti “rave party” introducendo un nuovo articolo del codice penale, che punisce chi organizza grandi raduni musicali su terreni altrui con il carcere da 3 a 6 anni. Il decreto, però, contiene anche misure che riguardano altre tematiche, tanto da richiedere una lunga mediazione all’interno del centrodestra prima di arrivare a una quadra definitiva. (Continua a leggere dopo la foto)
Tra le norme più attese ci sono quelle per la gestione della pandemia, un tema sul quale gli italiani sono ormai d’accordo: l’epoca delle restrizioni e degli obblighi imposti da Draghi e Speranza deve essere definitivamente archiviata. Meloni lo ha capito bene e, vuoi per convinzione vuoi per non perdere terreno nei sondaggi, ha cercato di rispettare la parola data, a partire dallo stop all’obbligo di Green pass per le visite negli ospedali e nelle Rsa. (Continua a leggere dopo la foto)
Stop anche all’obbligo di tampone per i contagiati, che potranno uscire dalla quarantena dopo 5 giorni, mentre chi ha avuto contatti con delle persone risultate positive potrà continuare a fare la vita di sempre con la sola precauzione della mascherina in viso per 5 giorni. Per quanto riguarda le multe ai non vaccinati over 50, alla fine si è deciso per il rinvio al 30 giugno prossimo. Per ora, quindi, non saranno spedite. (Continua a legere dopo la foto)
Altro aspetto importante del decreto è il reintegro sul lavoro dei sanitari non vaccinati, accompagnato però, purtroppo, dalle denunce dei diretti interessati, che hanno raccontato di aver subito umiliazioni in ogni Regione d’Italia. La conferma di come il clima incendiario creato da Draghi e Speranza resista ancora. E di quanto lunga sia la strada per il ritorno a una vera normalità.
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