L’Italia fa finalmente quel passo in avanti che si attendeva da tempo. Archiviata l’era Conte-Draghi-Speranza, il governo dice addio al Green pass, quell’orrendo e antidemocratico strumento che ha permesso di sospendere la democrazia nel nostro Paese per un tempo lunghissimo, facendo perdere diritti, lavoro e dignità a migliaia di persone. Uno strumento che, inoltre, ha distrutto anche la nostra economia. “Oggi l’aula di Palazzo Madama ha approvato emendamenti con i quali si interviene sulle misure di contrasto alla diffusione del virus Sars-Cov-2, aggiungendo due articoli al decreto-legge in conversione. Si tratta di provvedimenti mantengono gli impegni assunti in campagna elettorale e che finalmente ci fanno uscire del tutto dal regime di restrizioni e che ripristinano dunque nuova libertà ai cittadini. Ringrazio il governo per il parere favorevole espresso a questi emendamenti che confermano il cambio di passo deciso dall’inizio da questo governo e dal ministro Schillaci”», ha dichiarato il senatore di Fratelli d’Italia Franco Zaffini, presidente della commissione Sanità di Palazzo Madama. (Continua a leggere dopo la foto)
“In particolare, l’articolo 7 bis – osserva Zaffini – incide sulle residue disposizioni che prescrivono l’impiego della certificazione verde Covid-19 (il Green pass, ndr) per l’accesso dei visitatori a strutture residenziali, socio-assistenziali, sociosanitarie e hospice nonché ai reparti di degenza delle strutture ospedaliere. L’emendamento abroga, a decorrere dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto, le disposizioni di cui ai commi 1-bis e seguenti che consentono l’accesso alle predette strutture ai soli soggetti muniti di una certificazione verde COVID-19, rilasciata a seguito della somministrazione della dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale primario, ovvero a seguito del completamento del ciclo vaccinale primario o dell’avvenuta guarigione unitamente ad una certificazione che attesti l’esito negativo del test antigenico rapido o molecolare, eseguito nelle quarantotto ore precedenti l’accesso”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Un altro emendamento – sottolinea Zaffini – abroga le disposizioni che consentono agli accompagnatori di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti d’emergenza nelle sale d’attesa dei reparti di pronto soccorso solo se muniti di green pass. Viene cioè meno l’obbligo di sottoporsi al test antigenico rapido o molecolare per l’accesso alle prestazioni di pronto soccorso. Con l’abrogazione della predetta norma viene meno anche l’obbligo del green pass anche per l’accesso ai reparti di degenza. L’emendamento, inoltre, abroga la disposizione che prevede il green pass per le uscite temporanee delle persone ospitate presso strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e no, strutture residenziali socioassistenziali”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Un ulteriore emendamento – conclude Zaffini ripreso – riduce a 5 giorni il periodo di autosorveglianza per i contatti stretti di soggetti risultati positivi al virus Sars-Cov-2, prevedendo, quale misura precauzionale, solo l’obbligo di indossare dispositivi di protezione individuale di tipo FFP2 per il suddetto periodo. Con riferimento al regime dell’isolamento dei soggetti risultati positivi al SARS-CoV-2, la norma abroga la disposizione che subordina la fine dell’isolamento all’esecuzione di un test antigenico o molecolare con esito negativo e rinvia ad una successiva circolare del Ministro della Salute la definizione delle specifiche modalità che determinano la cessazione della misura dell’isolamento”. Addio Green pass, dunque. Ben tornata democrazia.
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