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“Misure contro i free vax? Pura negligenza”: ecco come il ‘Lancet’ demolisce le decisioni dei Paesi Ue

Pubblicato il 24/11/2021 17:16

Sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet è apparso un contributo di Gunter Kampf, professore dell’Institute for Hygiene and Environmental Medicine dell’Università di Greifswald, che già aveva criticato duramente la stigmatizzazione dei non vaccinati da parte di governi e autorità quando le cifre dei contagi ci riportano ad una ripartizione sorprendente nei tassi di trasmissione del virus tra chi ha deciso di vaccinarsi e i cosiddetti free vax.

In questo nuovo contributo, dal titolo The epidemiological relevance of the COVID-19-vaccinated population is increasing, Kampf sostiene che ci si aspettava che alti tassi di vaccinazione COVID-19 riducessero la trasmissione di SARS-CoV-2 nelle popolazioni, riducendo dunque anche il numero di possibili fonti di trasmissione. “Dati recenti, tuttavia, indicano che la rilevanza epidemiologica degli individui vaccinati contro il COVID-19 è in aumento” scrive il professore. E porta l’esempio del Regno Unito, dove è stato appurato come i tassi di contagio tra i contatti familiari esposti individui completamente vaccinati erano simili a quelli dei contatti non vaccinati (25% per vaccinati vs 23% per non vaccinati). Ciò significa che 12 su 31 infezioni tra contatti familiari completamente vaccinati (39%) derivano, a livello epidemiologico, da individui completamente vaccinati. Kampf puntualizza inoltre come la carica virale non differiva in base allo stato di vaccinazione o al tipo di variante.

Stessa situazione in Germania, ove il tasso di casi sintomatici di COVID-19 tra i chi ha completato il ciclo vaccinale è segnalato settimanalmente dal 21 luglio 2021. Allora era al 16,9% tra i pazienti dai 60 anni in poi. Questa proporzione sta aumentando di settimana in settimana ed era del 58,9% il 27 ottobre 2021 (Figura 1). Per Kampf ciò fornisce “una chiara evidenza della crescente rilevanza dei vaccinati completamente come possibile fonte di trasmissione”. Una situazione simile è stata descritta per il Regno Unito: tra la settimana 39 e la 42, sono stati segnalati un totale di 100.160 casi di COVID-19 tra cittadini di età pari o superiore a 60 anni. Di questi, 89.821 contagi si sono verificati tra i completamente vaccinati (89,7%), 3.395 tra i non vaccinati (3,4%). Una settimana prima, il tasso di casi COVID-19 per 100.000 era più alto nel sottogruppo dei vaccinati rispetto al sottogruppo dei non vaccinati in tutti i gruppi di età di 30 anni o più.


In Israele la situazione non cambia: nello studio del Lancet si appunta come sia stata segnalata un’epidemia ospedaliera che ha coinvolto 16 operatori sanitari, 23 pazienti esposti e due familiari. La primaria fonte di contagio era un paziente COVID-19 completamente vaccinato. Il tasso di vaccinazione è risultato essere del 96,2% tra tutti gli individui esposti (151 operatori sanitari e 97 pazienti). Quattordici pazienti completamente vaccinati si sono ammalati gravemente o sono morti, mentre i due pazienti non vaccinati hanno sviluppato una malattia lieve. Kampf, sul Lancet, passa dunque ad analizzare i dati dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), che identificano quattro delle prime cinque contee con la più alta percentuale di popolazione completamente vaccinata (99,9-84,3%) come contee “ad alta” trasmissione. “Molti legislatori presumono che i vaccinati possano essere esclusi come fonte di trasmissione” conclude lo scienziato. “E’ molto grave e pecca di negligenza non realizzare che la popolazione vaccinata è una possibile e rilevante fonte di trasmissione del Covid, soprattutto quando si decidono nuove misure di controllo sulla salute pubblica”. E’ chiaro che la critica, neanche troppo velata, è ai green pass, super green pass e lockdown “specializzati” atti a colpire i free vax, individuati come unica fonte di contagio e pericolo per la società.

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