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“Mi imbarazza il suo vocabolario”. Paragone ammutolisce Pregliasco a Non è L’Arena (IL VIDEO)

Pubblicato il 07/11/2022 12:31

Avevamo sperto tutti che, con il ritorno dei medici e degli infermieri non vaccinati nei rispettivi posti di lavoro, il clima d’odio fomentato dalla politica e da parte della scienza contro chi ha rifiutato la somministrazione dei farmaci anti-Covid fosse finalmente finito. E invece, purtroppo, siamo costretti a registrare ancora, in questi giorni, attacchi durissimi, intollerabili, verso chi ha semplicemente effettuato una scelta, facendo valere i propri diritti. La riprova è arrivata durante l’ultima puntata di Non è L’Arena, il programma condotto da Massimo Giletti su La7, durante il quale Gianluigi Paragone è stato costretto a intervenire per smontare le accuse mosse dal virologo Fabrizio Pregliasco verso quegli italiani che hanno difeso la propria libertà. Uno scontro durante il quale il leader di Italexit non le ha certo mandate a dire. (Continua a leggere dopo la foto)

“Mi imbarazza il suo grossario – ha attaccato Paragone dopo l’intervento di Pregliasco – perché lei rappresenta anche la sanità pubblica e io ho sentito dire parole che onestamente, da contribuente, non mi sarei aspettato”. Pregliasco a quel punto ha provato a mettere le mani avanti: “Ma cosa? Cosa ho detto?”. Con Paragone che lo ha però inchiodato alle sue responsabilità. (Continua a leggere dopo la foto)

“Ho capito che noi contribuenti – ha proseguito Paragone – diamo i nostri soldi a una sanità pubblica che spaventa per povertà lessicale”. Un chiaro riferimento al clima d’odio che ancora oggi viene portato avanti nei confronti dei non vaccinati, bollati con ogni tipo di appellativo dai virologi italiani. (Continua a leggere dopo la foto)

E d’altronde proprio poco prima era toccato a un altro virologo, Massimo Bassetti, tuonare contro i non vaccinati: “I medici no vax che sono stati reintregrati negli ospedali non devono operare, perché vuol dire che non credono nella scienza”. La caccia alle streghe, insomma, è lungi dall’essere terminata, purtroppo.

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