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“Ecco come possiamo ricomprare il nostro debito”. Il piano del grande banchiere italiano per emanciparsi da Ue e Bce

Pubblicato il 21/06/2022 12:36

Carlo Messina, numero uno di Intesa Sanpaolo, ieri ha sganciato una vera e propria bomba contro l’Europa e contro la Bce. Una bomba che avrà fatto tremare Draghi e tutti gli euroinomani. Di certo lui non verrà tacciato di essere sovranista o antieuropeista, ma il suo messaggio va proprio in quella direzione. Messina – come riporta Libero – ha deciso di parlare fuori dai denti, di puntare dritto sull’obiettivo e di tracciare in maniera netta la direzione per liberare il Paese una volta per tutte dalla schiavitù della Bce e dei mercati. “Noi in Italia non abbiamo un problema di sostenibilità del debito pubblico”, ha premesso il manager, intervenendo al convegno Young Factor organizzato a Milano dall’Osservatorio permanente Giovani -Editori, “questo deve essere un messaggio chiaro”. Poi, l’affondo: “Il tema, però, è se vogliamo essere liberi e indipendenti. Che si parli solo di indipendenza energetica e alimentare e non si parli anche di indipendenza finanziaria mi pare un’idiozia”. (Continua a leggere dopo la foto)

“L’Italia – ha aggiunto Messina – è forte, ha la forza e le condizioni strutturali per fare le cose in autonomia», ha spiegato, «e deve fare le cose in autonomia senza essere attaccata al bocchettone di Francoforte, soprattutto considerato che è un Paese che ha dieci trilioni di risparmi. Servono piani che accelerino la crescita, ma riducano la dipendenza dalla Bce. Partiamo da quello che abbiamo nel nostro Paese, sempre nella logica di avere sostenibilità e indipendenza”. Nell’Europa se dobbiamo starci, dobbiamo starci da leader, perché altrimenti “diventeremo completamente marginali e lo diventerà anche l’Europa stessa”, e quindi “rimarranno solo Cina e Usa”. Cosa fare dunque? La strategia di Messina è netta. (Continua a leggere dopo la foto)

Per evitare questo bisogna smetterla anche, come molti nel governo fanno, compreso lo stesso Mario Draghi, di invocare l’aiuto di Bruxelles con il cappello in mano. Perché “avere troppe attese sul fatto che altri Paesi, che magari come condizioni strutturali sono anche meno ricchi di noi, e immaginare che questi possano sostenere e il nostro debito pubblico è una cosa che non è degna di un Paese che vuole essere un leader in Europa”. Quanto al modo in cui riconquistare la nostra libertà, il piano è chiaro. Lo spread, con i “fondamentali dell’Italia che sono solidi, anzi solidissimi in termini di risparmio delle famiglie e altrettanto dal lato corporate, dovrebbe essere a 100-150 punti base. Se viaggia abbondantemente sopra i 200 e minaccia di non fermarsi è perché siamo appesi alle mosse, non sempre azzeccate della Bce, che dopo due annidi acquisti di Btp ha in pancia una fetta enorme del nostro debito pubblico”. Ed ecco allora la soluzione… (Continua a leggere dopo la foto)

Piuttosto che affidarci alle mosse scellerate della Lagarde, che rischiamo di pagare a caro prezzo, usiamo una parte dei nostri 10mila miliardi di ricchezza privata per ricomprarci il nostro debito. E con esso la nostra libertà. È un appello all’Italia e agli italiani, quello di Messina, ma anche alle banche, alle assicurazioni e al governo, che dovrebbe aiutare, agevolare e accompagnare questo percorso di liberazione dalla speculazione finanziaria.

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