Parole d’ordine: continuità. O “agenda Draghi”, se preferite. Anche sul Mes (Meccanismo europeo di stabilità) il nuovo governo si allinea perfettamente al precedente. Messa da parte la finta opposizione, ora che occupano gli scranni del potere, rispolverano anche l’adesione al Mes. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, infatti, ha confermato l’impegno di ratifica dato dal governo Draghi. “Mi attesto sulle posizioni del precedente Governo di cui facevo parte: aspettiamo le decisioni della Corte costituzionale tedesca e poi decideremo”, ha detto il ministro al termine dell’Eurogruppo. “Appunto, confermiamo la stessa cosa, nel frattempo aspettiamo”, ha aggiunto il ministro quando gli è stato fatto notare che il governo precedente aveva confermato l’impegno alla firma. Nel 2019 sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni avevano espresso una forte contrarietà alla riforma del Mes sollevando critiche al modo in cui il governo Conte 1 aveva gestito il dossier. (Continua a leggere dopo la foto)

Il governo italiano dunque conferma l’impegno assunto da quello che lo ha preceduto, di ratificare la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità, ma aspetta prima che si pronunci la Corte Costituzionale tedesca. La riforma del Mes è stata ratificata da tutti gli Stati membri dell’area euro, tranne la Germania, che aspetta una decisione della Corte Costituzionale, e l’Italia. La riforma, negoziata in gran parte dal governo Conte 1 con il ministro Giovanni Tria e poi finalizzata dal Conte 2 con il ministro Roberto Gualtieri, venne attaccata dalla Lega, da Fratelli d’Italia e dal M5S: la ratifica è stato un problema politico anche per la maggioranza del governo Draghi e finora non è avvenuta. (Continua a leggere dopo la foto)

“Il Mes non è stato oggetto di un’interlocuzione” a Bruxelles , “noi ancora non abbiamo aperto questo dossier” ha affermato tre giorni fa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo il suo viaggio a Bruxelles. Secondo il senatore della Lega Claudio Borghi le parole del ministro Giorgetti sono state travisate. “Hanno chiesto a Giorgetti cosa ha detto all’eurogruppo sul MES e lui ha risposto letterale: ‘mi attesto sulla posizione del governo precedente, ovvero aspettiamo la corte costituzionale tedesca e poi decideremo’”, precisa Borghi, timoroso che gli elettori della Lega e di Fratelli d’Italia possano prendersela col governo. Sull’impegno italiano alla riduzione del debito pubblico il ministro Giorgetti ha aggiunto: “Naturalmente ognuno deve fare la propria parte e l’Italia deve fare la propria parte e la farà”. (Continua a leggere dopo la foto)

Come spiega Il Fatto Quotidiano, il Mes, o fondo salva stati, è stato creato nel 2011 per far fronte ad eventuali crisi di debiti sovrani nella zona euro. “Entrerebbe in funzione qualora uno stato membro dovesse perdere la capacità di finanziarsi sui mercati a tassi ragionevoli. La bozza messa a punto dall’Eurogruppo e approvata dai capi di Stato già a fine 2018 dispone che i vertici del Mes (oggi il fondo è guidato dal francese Christophe Frankel) siano chiamati a valutare in via preventiva la situazione finanziaria degli Stati, compresa la sostenibilità del debito stesso. E arriva ad evocare la possibilità che i debiti pubblici giudicati troppo elevati siano ristrutturati. La riforma è stata firmata nel gennaio del 2021 da tutti i membri dell’euro e su 19 paesi solo Italia e Germania non lo hanno ancora ratificato.
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