“Io sono un po’ indeciso sul vaccino proprio perché i miei genitori mi dicono cose diversissime e mi spaventano” ha spiegato ai giudici un 12enne di Milano che, però, ha poi detto: “Per meglio chiarire la mia posizione preciso che le mie idee sono come quelle di mia madre, perché parlando con lei, e riferendole le cose che mi ha detto papà, capisco che le cose che mi dice mio padre non hanno moltissimo senso”. E adesso il giudice di di una causa insorta tra i genitori separati che fino ad ora avevano serenamente condiviso l’affido congiunto dei due figli, definisce “le preoccupazioni paterne espresse nella memoria difensiva non sono supportate dalla scienza medica nazionale e internazionale, sono in contrasto con i dati raccolti dalle ampie sperimentazioni effettuate nel mondo, e trascurano di considerare le indicazioni delle autorità regolatorie del farmaco nazionali e internazionali, nonché le indicazioni del governo italiano”.
Mentre per la sezione Famiglia del Tribunale civile la maturità del 12enne in relazione alla sua età «è stata pacificamente riscontrata, le sua opinione è stata espressa dopo riflessione, informazione e confronto delle opinioni dei suoi genitori. E quindi è una opinione che deve essere tenuta in debita considerazione», rimarcano i giudici Chiara Delmonte e Valentina Maderna con la presidente ed estensore Anna Cattaneo. Invece «il padre, pur evidenziando nel ricorso posizioni moderate e rivelando solo una preoccupazione paterna sui pericoli del vaccino somministrato ai più giovani, alla scorsa udienza ha riferito di non essere lui stesso vaccinato ed è risultato, dalle dichiarazioni rese dal figlio, aderire a posizioni oltranzistiche di tipo “no vax” che tendono a negare i più di 5 milioni di morti nel mondo a causa del Covid e la validità ed efficacia di un vaccino che è stato ritenuto efficace e sicuro».
Ed ecco allora che il Tribunale, «a fronte della posizione del padre che non ha inteso accogliere la volontà del figlio», ritiene che «la madre sia il genitore che ha dimostrato una maggior capacità di tutela della salute del minore e di comprensione della sua volontà consapevole e autentica, e quindi sia il genitore più idoneo ad assumere, in autonomia e senza il consenso del padre, tutte le decisioni necessarie in relazione alla vaccinazione». Dunque la madre è «autorizzata ad assumere, in autonomia e in assenza del consenso paterno, ogni decisione relativa alla somministrazione della vaccinazione».