Un nuovo vertice bilaterale con la Francia che rischia di non farci più toccare palla in Libia e nello Spazio. Emmnauel Macron è sceso a Napoli per il vertice con l’Italia con cui si è stabilito che le due nazioni possono tornare a condividere la politica nel Mediterraneo, le attività congiunte militari sia in termini di industria della Difesa sia dentro il perimetro operativo delle missioni all’estero e, soprattutto, coordinare il voto in sede di Bruxelles. Come racconta Claudio Antonelli su La Verità, “le possibilità che l’alleanza bilaterale porti all’Italia qualche beneficio concreto sono quasi nulle. Per questo i messaggi comunicati ieri dall’Eliseo e da Palazzo Chigi vanno setacciati con attenzione”.
Da un lato grande entusiasmo (i due politici promettono di affrontare assieme i temi del bilancio Ue) dall’altro si omettono i dettagli tecnici dei singoli accordi. “Su Libia, Sahel e spazio non sarà possibile – a differenza delle promesse – mantenere ruoli equilibrati ed equidistanti in modo da portare ricchezza a entrambe i Paesi. Abbiamo accettato di condividere con la Francia ogni nostro obiettivo in Libia e Sahel, il che significa fornire ai cugini d’Oltralpe le ultime informazioni necessarie a Parigi per chiude il cerchio del Sahara. Lì c’è petrolio e gas e noi manderemo militari con l’obiettivo di controllare Paesi come il Niger e il Mali al fine di stabilizzare le aree settentrionali rendendo però più difficile favorire il nostro colosso, l’Eni”.
Eppure nessun accenno sui contrastanti interessi economici. “Al centro del colloquio la situazione in Sahel e Libia. Sul tavolo anche la cooperazione industriale che riguarda il settore navale, ma anche quello dei satelliti, così come la cooperazione nel settore dei vettori spaziali, sia a livello bilaterale che multilaterale. In pratica i rischi sul petrolio, anche se spalmati su una realtà molto diversa, toccheranno pure lo spazio. Per Macron e Conte i due Paesi devono creare una filiera unica di sviluppo”.
Omettono, però, che all’ultima ministeriale Esa (a Siviglia), l’agenzia spaziale ha di fatto bloccato lo sviluppo di tecnologia italiana, mettendo in un angolo il programma Vega. Continua Antonelli: “Macron dal canto suo ha bisogno di acquisire know how per fronteggiare i tedeschi e quello italiano nell’aerospazio è in questo momento all’avanguardia. Con l’accordo bilaterale sullo spazio, Parigi potrà avere le nostre aziende a disposizione per i suoi progetti e – colpo di genio – pure i soldi che l’Italia conferisce a livello europeo”.
In conclusione, i giallorossi hanno portato il contributo da 1,6 a 2,3 miliardi di euro, favorendo però la Francia e non l’Italia. Chiude Antonelli: “Purtroppo resta da capire quali siano stati gli accordi presi sul tema dell’Unione bancaria. E pure lì, dal Mes al futuro riassetto del sistema del credito, abbiamo tanto da perdere”.
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