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“L’Ue regala i vaccini pagati da noi”: l’ultima trovata di Bruxelles scatena polemiche e accuse

Pubblicato il 04/01/2023 11:30

Quella andata in scena nelle ultime ore, con protagoniste da una parte l’Ue e dall’altra la Cina, potrebbe essere tranquillamente definita una simpatica commedia dell’assurdo. Non fosse che, però, da ridere c’è poco, visto che in ballo c’è l’ennesimo spreco di soldi pubblici. I nostri. Riepilogando: Pechino nelle ultime ore ha assunto una posizione di netta ostilità nei confronti dell’Unione dopo la decisione di imporre i test anti-Covid ai viaggiatori provenienti dal Sol Levante. Una scelta condivisa da una dozzina di Stati, dopo gli allarmi lanciati dai virologi, ma bocciata dal ministro degli Esteri Mao Ning: “Alcuni Paesi hanno messo in atto restrizioni all’ingresso rivolte esclusivamente ai viaggiatori cinesi. Questo non ha basi scientifiche e alcune pratiche sono inaccettabili. Potremmo prendere contromisure, sulla base del principio di reciprocità”. L’Ue, a quel punto, ha tentato di tendere la mano. (Continua a leggere dopo la foto)

“La Cina – ha aggiunto Mao Ning ribadito – si oppone fermamente ai tentativi di manipolare le misure di prevenzione e controllo dell’epidemia per raggiungere obiettivi politici e adotterà misure corrispondenti in conformità con il principio di reciprocità in base alle diverse situazioni”. Il tutto mentre gli scienziati puntano però il dito contro il prossimo Festival di Primavera, previsto per il capodanno lunare del 22 gennaio, quando gli spostamenti interni potrebbero far ulteriormente impennare i contagi in Cina. (Continua a leggere dopo la foto)

Per placare gli animi, ecco allora che l’Ue si è offerta di fornire gratuitamente alla Cina vaccini contro il Covid-19, per aiutare Pechino a contenere il diffondersi dell’epidemia nel Paese dopo la fine delle restrizioni. Farmaci che sono stati acquistati a suo tempo con i soldi dei contribuenti e che ora Bruxelles, dopo averci obbligato per mesi alle iniezioni, vorrebbe addirittura regalare. (Continua a leggere dopo la foto)

A completare il copione è però arrivata la replica stizzita di Pechino, che seccata per le restrizioni nei confronti dei viaggiatori cinesi ha risposto: “La nostra produzione di vaccini soddisfa le esigenze di garantire che tutte le persone idonee alla vaccinazione abbiano accesso ai vaccini Covid”. Non ci fossero di mezzo miliardi di euro andati in fumo per dosi ora ferme in magazzino, verrebbe quasi da ridere.

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