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“Cosa devono fare i sanitari non vaccinati reintegrati”. L’assurda decisione della Lombardia leghista

Pubblicato il 10/11/2022 09:05

Predicare bene e razzolare male. Dire una cosa sui media, farne un’altra in sede di decisioni. così che fa la Lega. Da una parte fa vedere di sposare le istanze dei non vaccinati, dall’altra approva norme allucinanti e scandalose. È il caso della Regione Lombardia, guidata dal leghista Fontana, che senza alcun elemento scientifico a sostegno, martedì scorso, in sede di Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione di Samuele Astuti, esponente del Pd, con la quale impegna la giunta a non reintegrare gli operatori sanitari no vax nei reparti con pazienti fragili. Come scrive Claudio Romiti sul sito di Nicola Porro, “ora che non ci sia stato nemmeno un astenuto ad esprimere un dubbio in merito ad una misura così scandalosamente discriminatoria lascia veramente stupefatti, dando il senso di una orrenda compattezza politica che ci riporta alla mente alcune altrettanto orrende dittature del passato”. (Continua a leggere dopo la foto)

Scrive ancora Romiti: “Nello specifico si tratta di una vergognosa manifestazione di talebanismo sanitario priva di alcuna razionalità, se non quella di voler punire attraverso una sorta di apartheid ospedaliero i sanitari che, per le più disparate ragioni, si sono coraggiosamente battuti in difesa delle loro e delle altrui prerogative costituzionali. Prerogative messe in forte discussione dall’imposizione di alcuni vaccini sperimentali, ancora oggi avvolti da troppi aloni di mistero. Sul piano pratico, dato che persino i produttori di tali vaccini hanno esplicitamente dichiarato la loro inefficacia a bloccare i contagi, ponendo ‘democraticamente’ tutti i soggetti sullo stesso piano, vaccinati e non vaccinati, la mozione stalinista della Lombardia non ha nulla che vedere con la tutela della salute dei fragili, mentre essa rappresenta un vergognoso atto di ritorsione nei confronti di quei medici e di quegli infermieri che hanno disobbedito al dogma sanitario ancora imperante”. (Continua a leggere dopo la foto)

Intanto continua a non esserci alcuna evidenza che dimostri la maggior contagiosità dei non vaccinati. Ma se mai il contrario. Cosa dicono infatti? Che circa il 90% della popolazione italiana è vaccinato. E se continuano a esserci ripetute reinfezioni, è chiaro che sono proprio i vaccinati a contagiarsi tra di loro e a riammalarsi. Conclude Romiti: “L’odiosa discriminazione, la quale di fatto impedisce ai medici renitenti di onorare appieno il loro giuramento di Ippocrate, rappresenta una punizione esemplare nei riguardi degli eretici col camice bianco, rei di aver messo in discussione a loro spese una narrazione terrorizzante che, oggi come ieri, fa acqua da tutte le parti”. Questo accade in Lombardia, ma non solo. (Continua a leggere dopo la foto)

Da Nord a Sud, infatti, sono molteplici le iniziative di discriminazione dei sanitari non vaccinati reintegrati, questo anche per colpa della struttura del decreto, che resta vago e lascia molte libertà alle direzioni sanitarie stesse, le quali continuano a disporre Apartheid. I medici della Lombardia, grazie alla mozione del Pd approvata all’unanimità, sono dunque meno uguali degli altri medici.

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