C’è un dramma terribile che sta segnando l’Italia in queste settimane difficili, di paura per la pandemia e restrizioni che rischiano di spingere tante famiglie oltre la soglia della povertà. Un incubo dal nome purtroppo ben noto e del quale, però, nessuno parla: l’usura. Un crimine che negli anni si è voluto, cambiando modalità, allontanandosi dalla classica immagine del “cravattaro” del passato. E che però continua a sopravvivere, tenace. Mettendo nel mirino quei piccoli imprenditori e commercianti che, in vana attesa di aiuti da parte del governo, rischiano di diventare facili prede.
A lanciare l’allarme in queste ore, attraverso le pagine di Tpi, è stato l’Ambulatorio Antiusura Onlus, associazione che fornisce assistenza psicologica, legale e finanziaria alle vittime dell’usura e a soggetti sovra-indebitati. Dal 2014 a oggi, stando ai dati dell’ente, le richieste di aiuto sono cresciute in maniera allarmante, del 20% ogni anno. Un moltiplicarsi di disperazione in tutto il territorio italiano che non fa che accrescere, e parecchio, i guadagni dei criminali che speculano sulle disgrazie delle famiglie. Eppure di tutto questo oggi si parla poco, pochissimo.
Gli strozzini di oggi sono persone che si rivolgono direttamente a bar, ristoranti, attività commerciali. Si mostrano subito comprensivi e ben informati, consapevoli del momento difficile che tanti imprenditori stanno vivendo a causa delle restrizioni e ben disposti a dare una mano, con il sorriso sulle labbra. I tassi di interesse applicati, una volta stretto l’accordo, sono a volte spaventosi. A roma si arriva al 10% al mese nei casi più gravi. Un negoziante che chiede e ottiene 10 mila euro, quindi, si troverà a doverne versare poi 1000 ogni 30 giorni. E guai a non rispettare le scadenze, altrimenti la cifra rischia di impennarsi ulteriormente, in un crescendo di minacce, umiliazione, appropriazione dei beni della vittima che, disperata, si lascia pian piano portare via tutto.
L’anno più drammatico, sotto questo profilo, è stato il 2012, che ha visto 1.128 persone togliersi la vita in Italia per ragioni economiche. Di questi, il 42% erano imprenditori, il 38% disoccupati. La maggior parte aveva un’età media compresa tra i 45 e i 54 anni. Gianpiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio Tecnico- Scientifico per la Sicurezza e la Legalità, ha spiegato in un recente rapporto che l’usura delle mafie sarà il cavallo di troia grazie al quale la criminalità entrerà tra le mura dell’economia legale. Il silenzio delle istituzioni su questo fronte, in un momento così complicato in cui è lo stesso governo a chiedere sacrifici alle famiglie, non può essere tollerato.
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