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L’Europa vuole l’obbligo vaccinale: pronta l’ultima stretta, quella definitiva

Pubblicato il 01/12/2021 11:44 - Aggiornato il 07/12/2022 18:29

L’andazzo era chiaro da tempo, in un crescendo di proclami allarmistici e nuove restrizioni. Ora, l’ultimo passo è ormai imminente, con l’Europa che dopo divieti, certificati virtuali e caccia alle streghe contro i no vax si prepara a sfoderare l’arma finale: un vero e proprio obbligo di vaccinazione per i cittadini dell’Unione. La fuga in avanti è già iniziata, con alcuni Stati che si sono sganciati dall’idea di un coordinamento nelle misure anti-Covid per procedere, individualmente, alle prime strette.

Il copione è sempre lo stesso: non ci sarà un’imposizione ufficiale, ma un crescendo di limitazioni che finiranno per rendere il vaccino, di fatto, obbligatorio. Stavolta, in maniera inesorabile. A guidare la coalizione degli Stati decisi a introdurre un obbligo mascherato c’è la Germania, con il governo federale pronto a varare, nelle prossime ore, ulteriori restrizioni per chi non ha ancora ricevuto la somministrazione dei farmaci anti-Covid. E con il prossimo cancelliere Olaf Scholz che, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, non avrebbe nascosto ad Angela Merkel di essere favorevole all’idea di impedire ai non vaccinati l’accesso a qualsiasi esercizio commerciale non essenziale.

Non è da meno l’Austria, dove il governo guidato da Alexander Schallenberg sta studiando una legge che introdurrà multe fino a 7.200 euro per chi insiste nel rifiutare il vaccino dopo due solleciti ufficiali. Una norma pronta a entrare in vigore già nel corso del mese di dicembre, prima delle festività natalizie, e che imporrà di fatto l’inoculazione a tutti i cittadini con più di 14 anni di età.

Stessa linea per la Grecia, dove a partire dal 16 gennaio 2022 scatterà addirittura l’obbligo vaccinale per tutti i cittadini con almeno 60 anni. Anche in questo caso, in caso di rifiuto arriveranno sanzioni amministrative fino a 100 euro al mese, con i fondi raccolti che saranno poi devoluti agli ospedali. Una “tassa sanitaria”, come l’ha definita il premier Kyriakos Mitsotakis, che ha scatenato forti proteste nel Paese. Una stretta iniziata sull’onda lunga dell’allarme per la variante Omicron: l’Oms (Organizzazione mondiale per la Sanità) aveva in realtà predicato calma, sostenendo che “non ci siano evidenzia di una maggiore trasmissibilità” di questa nuova forma del virus. I ministri della Salute, durante il G7, hanno invece sposato il partito opposto, dando così il là all’ennesima stretta, sempre più soffocante.

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