Un retorica che ormai non convince più nessuno, quella attraverso la quale gli esponenti giallorossi tentano di leggere i processi in atto in seno all’Unione Europea. A partire da quella riforma del Mes tanto travagliata per i Cinque Stelle, alla fine docilissimi nell’obbedire agli ordini dei compagni di governo, e che secondo Di Maio sarebbe addirittura occasione buona per “smantellare” il Fondo e trovare destinazione migliore per i 14 miliardi versati dall’Italia sul Salva-Stati. Inutile spiegare al ministro quanto inverosimile sia questa sua previsione. Piuttosto, quei soldi saranno ben sfruttati da altri Paesi per aiutare le proprie banche, a prescindere dalla nostra volontà.
Poi c’è il Recovery Fund. Atteso, sbandierato, dipinto come panacea da ogni male, totem di un’Europa finalmente generosa e che proprio in favore dell’Italia vuole compiere gli sforzi maggiori. Altro racconto che non regge, quello che dipinge i soldi in arrivo da Bruxelles come una risorsa in più da sommare a quelli che saranno investiti in base alla legge di Bilancio. E invece, a guardar bene il testo della manovra discusso in Aula, il Parlamento ha già previsto di spendere quelle cifre. Dovessero arrivare (con estrema calma) gli aiuti del Recovery Fund, “rimpiazzerebbero” in tutto o in parte i 34,8 miliardi messi in conto.
La Verità ha sottolineato come, di fatto, a cambiare sia soltanto il creditore. I soldi del Recovery Fund arriveranno dal mercato, con una quota del bilancio Ue allargato destinata a garantire emissioni di debito da parte dalla Commissione guidata da Ursula von der Leyen, che a sua volta distribuirà i soldi mediante erogazioni e prestiti ai vari Paesi. In tanti, ultimo Romano Prodi, si sono affrettati a chiarire che “il rapporto tra dare e avere ci sarà ampiamente favorevole”. Al momento, però, sono soltanto ipotesi.
L’ex consulente dello stesso Prodi Andrea Del Monaco ha spiegato all’Huffington Post: “sui soli contributi a fondo perduto, nel ciclo 2021-2027 l’Italia avrà 20,3 miliardi di saldo negativo relativo ai fondi Ue ordinari e 15,3 miliardi di saldo negativo relativo a Next Generation Eu. Un saldo negativo di 35,6 miliardi. Quanto era il saldo negativo nel settenato 2012-2018 secondo la Corte dei conti italiana? 36,3 miliardi. Next Generation Eu cambia tutto per non cambiare niente”. Dal Recovery Fund, dunque, nessuna svolta, nessun soldo in più. Soltanto nuovi vincoli di spesa disposti dall’esterno.
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