Gli italiani sono davvero preoccupati. L’inflazione è alle stelle, le bollette di luce e gas non ne parliamo e scaldare le case diventa un incubo. Molti stanno direttamente investendo in coperte e maglioni, rinunciando al riscaldamento, di qualsiasi natura sia. Già, perché il problema ormai non riguarda solo il gas. Tra le sanzioni alla Russia, gli speculatori e una folle gestione della crisi da parte del governo uscente, non si è più al sicuro nemmeno con le alternative, ovvero legna e pellet. Il problema infatti è che guardando i prezzi si scopre che pellet e legna sono quasi triplicati. Ancora una volta è stata la legge della domanda a farla da padrone. (Continua a leggere dopo la foto)
Come denuncia ItaliaOggi, “a Bergamo il costo del pellet supera i 12 euro per un pacco standard da 15 chilogrammi. Un anno fa andava dai 3 ai 5 euro. A Lucca, in Toscana, potevi trovare il carburante a biomassa a 4 euro. Oggi può arrivare anche a 14 euro. Dici: vabbè, niente pellet, tanto era acerbo. Passo alla stufa a legna. Così, oltre a risparmiare, faccio anche un po’ di attività fisica mentre la porto su per le scale. «Se cerca legna le dico subito che l’ho finita». Diversi rivenditori, quando rispondono al telefono, mettono le mani avanti. Finita. Com’è possibile? Con tutti gli alberi che ha piantato Silvio Berlusconi non c’è più legna? Che fine hanno fatto i boscaioli con la camicia a quadri e i calli sulle mani? Prendono il reddito di cittadinanza?”. (Continua a leggere dopo la foto)
E se in qualche modo riesci a trovarla? Semplice: paghi. Di più. Molto di più. “L’anno scorso un bancale di legna da ardere, circa 7-8 quintali di faggio o quercia, costava tra i 200 e i 220 euro”, ha spiegato Adele Cangini, responsabile Adiconsum Emilia centrale, l’associazione consumatori della Cisl. “Prima di Ferragosto lo stesso bancale veniva offerto a 280-300 euro. Ora il prezzo è arrivato a 350 euro”. A complicare ulteriormente il quadro è il blocco delle importazioni da Russia, Bielorussia e Ucraina, “così come la riduzione di forniture di legna dai Paesi dell’Est, per esempio Croazia e Romania, che temono interruzioni sulle forniture del gas. Perché alla fine si torna sempre lì, all’oro azzurro. Pellet e legna aumentano anche perché il metano scarseggia”. (Continua a leggere dopo la foto)
Conclude Filippo Merli su ItaliaOggi: “Ma sono le bollette troppo care, i grotteschi piani dei termosifoni del governo, i premi Nobel che ti suggeriscono di cuocere la pasta a fuoco spento, con la luna calante e Giove allineato a Venere che ti fanno pensare di poter in qualche modo aggirare il problema e risparmiare. Invece no. La legge del mercato, quella sì è uguale per tutti. E se un giorno l’elettricità dovesse sparire, se le città dovessero restare al buio, non fatevi illusioni: il costo delle lampade a petrolio sarà già triplicato, il governo metterà il sole a pagamento e un premio Nobel vi dirà di prendere due legnetti, di accumulare un po’ di paglia e di strofinare soffiando finché non vedrete un po’ di fumo. Benvenuti nel 2022”.
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