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Le nuove restrizioni affossano bar e ristoranti: incassi giù del 20%

Pubblicato il 14/10/2020 12:54

Bar, pub, ristoranti, pizzerie. L’intero mondo della ristorazione italiana si trova a fare i conti con le nuove restrizioni imposte dal Dpcm varato dal governo per contrastare il coronavirus. Attività che si trovano già a navigare in pessime acque al causa del lungo periodo di lockdown alle spalle e che, dopo aver cercato un po’ di respiro in estate, ora rischiano di vedere improvvisamente crollare i propri introiti, vitali come non mai in questo momento così delicato. Tutta la filiera legata ai pubblici esercenti ha così deciso di alzare la voce, per lamentare i pericoli che migliaia di imprenditori affronteranno nei prossimi mesi.

Le nuove restrizioni affossano bar e ristoranti: incassi giù del 20%

“Tra bar e ristoranti ci sono 50 mila attività con 350 mila addetti a rischio chiusura entro la fine dell’anno. Senza contare le conseguenze per l’indotto. Queste attività chuuderanno per non riaprire più” è stato l’amaro commento di Roberto Calugi, direttore generale di quella Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) che proprio nelle scorse ore ha tenuto un consiglio direttivo all’insegna della preoccupazione. La chiusura a mezzanotte obbligatoria e il divieto, a partire dalle 21, di consumare all’esterno dei locali rischia di rivelarsi una mazzata dalla quale in tanti faticheranno a riprendersi.

Le nuove restrizioni affossano bar e ristoranti: incassi giù del 20%

La chiusura anticipata “mette a rischio migliaia di imprese che hanno già perso un miliardo nell’ultimo mese, il 20% del fatturato” è stato invece l’allarme di Giancarlo Banchieri, presidente della Federazione esercenti pubblici e turistici di Confesercenti. Che ha aggiunto, attraverso le pagine del Sole 24 Ore: “Chiudere in anticipo in maniera indiscriminata le attività potrebbe portare più danni che benefici, con i cittadini che lasceranno la sicurezza dei locali per andare in strada, dove i controlli sono di meno”.

Le nuove restrizioni affossano bar e ristoranti: incassi giù del 20%

Anche secondo Calugi di Fipe le nuove normative potrebbero rivelarsi, oltre che estremamente dannose dal punto di vista economico per gli imprenditori, poco efficaci: “Si tratta di un provvedimento inutile dal punto di vista epidemiologico, lo Stato deve aumentare il controllo sul territorio, la sicurezza. Se il problema sono gli assembramenti si dovrebbe consentire la vendita di alcolici solo dove c’è la vendita con somministrazione, con l’esercente che controlla anche l’età del cliente. Altrimenti si aggraverà solo il problema con ragazzi che acquisteranno le bottiglie di alcolici nei market”. A chiedere più controlli e meno divieti è anche il mondo dell’agrifood, che vende ai pubblici esercizi un terzo della produzione. E che avvisa: “Siamo a un punto di non ritorno, da soli non possiamo farcela”.

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