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Le mani della ‘ndrangheta sul Nord Est: “Così la mafia si prende le aziende in crisi”

Pubblicato il 15/06/2020 15:02 - Aggiornato il 15/06/2020 15:19

Una mafia diversa, meno riconoscibile ma non per questo meno pericolosa. Che ha puntato da tempo quel Nord Italia che rappresenta il cuore produttivo del Paese e, complice la crisi economica figlia dell’epidemia sanitaria, rischia di infiltrarsi in profondità nel tessuto sociale di Regioni in difficoltà. A lanciare l’allarme è il capo della Divisione Anticrimine della polizia Francesco Messina, che nel corso di un’intervista rilasciata a La Stampa ha puntato la lente d’ingrandimento soprattutto sul Veneto, dove “siamo già a una fase evoluta dell’infiltrazione: esistono già interlocuzioni con imprenditori e amministratori. La situazione è seria e chiederà molto impegno: combattiamo contro una mafia che non ha più bisogno di mostrare i muscoli, che ha fatto il salto di qualità”.

Le mani della 'ndrangheta sul Nord Est: "Così la mafia si prende le aziende in crisi"

Messina ha già potuto saggiare la presenza della mafia al Nord quando è stato questore di Varese prima e Torino poi. E teme oggi che gli imprenditori, spaventati dalla contingenza economica sfavorevole, possano iniziare a porsi meno domande quando vengono avvicinati da soggetti potenzialmente pericolosi: “Diciamo che c’è il rischio che una parte degli imprenditori non si faccia molte domande. Che preferiscano l’opportunità a una responsabile curiosità. Gli ‘ndranghetisti conferiscono soldi agli imprenditori in difficoltà, questi – in contemporanea – producono false fatturazioni. Ciò consente agli amministratori di società di ottenere liquidità e allo stesso tempo di scaricare l’Iva sulle stesse fatture fittizie. Non devono nemmeno più andare in banca”.

Le mani della 'ndrangheta sul Nord Est: "Così la mafia si prende le aziende in crisi"

Una procedura che permette alle cosche di raggiungere il loro principale obiettivo sul territorio: “Accedere a una serie di rapporti sociali ed economici che poi piega ai suoi metodi e interessi criminali. È una nuova forma di estorsione: quella classica che conosciamo e che impone l’utilizzo della violenza pubblica, in molti casi, è superata. Per questo motivo che dobbiamo colpire i patrimoni: abbiamo scelto di specializzarci ancora di più su questo fronte con un intervento sia preventivo sulla base della pericolosità sociale, sia penale puro con le indagini investigative”.

Le mani della 'ndrangheta sul Nord Est: "Così la mafia si prende le aziende in crisi"

Una nuova modalità di approccio che non esclude, però, l’esistenza di boss ancora legati a modus operandi più tradizionali: “Ci sono ancora e sono rilevantissimi: il traffico di droga in testa, la disponibilità di armi. Questa però è una fase confinata al livello militare se vogliamo, che ad esempio abbiamo trovato a Bolzano. In Trentino invece abbiamo intercettato un’infiltrazione della ‘ndrangheta ancora a livello embrionale, non di epoca di insediamento, ma di sviluppo delle potenzialità criminali. Sono ottimista che riusciremo a debellarla”.

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