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Le bugie del Corriere e dell’Iss. Preparano la strada al ritorno del Green pass. Ma i veri dati dicono il contrario

Pubblicato il 09/07/2022 14:12

Una campagna mediatica preparata ad arte, utile a imbonire gli animi degli italiani in vista della prossima stretta del governo, ormai scontata. E allora, per giustificare restrizioni e obblighi vaccinali già in cantiere, ecco comparire sulle pagine dei principali quotidiani articoli sulla pericolosità del Covid soprattutto per chi ancora sprovvisto delle necessarie dosi. Il Corriere della Sera ha pubblicato, per esempio, un pezzo dal titolo eloquente: “Iss: ‘Tasso di mortalità sette volte più alto per i non vaccinati’. Rt oltre la soglia epidemica”. In cui si citano, appunto, i dati forniti dall’Istituto Superiore della Sanità. Che, però, non tornano.

Leggendo l’articolo, infatti, spicca soprattutto un passaggio: “Il tasso di mortalità a causa del Covid è sette volte più alto per le persone non vaccinate. Raggiunge le 8 volte e mezzo (8,5) sulla popolazione over 80”. Senza vaccino, insomma, si muore di più. Una tesi smentita però più volte dagli stessi scienziati. Come vi abbiamo raccontato sulle pagine del Paragone, infatti, Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, aveva ammesso nei giorni scorsi: “La diffusione del virus cui stiamo assistendo dipende appunto, dalla maggiore suscettibilità della popolazione e, ovviamente, anche dai nostri comportamenti. Sottolineo, questa variante è più infettiva per i vaccinati e i vaccinati sono meno protetti”.

Secondo Crisanti, infatti, “le varianti si sviluppano sotto la pressione delle persone vaccinate, che sono la maggioranza. Il vaccino è una barriera contro il virus, che genera varianti in maniera casuale. Se c’è una variante in grado di infettare i vaccinati si ritrova avvantaggiata, è l’abc della genetica. I non vaccinati non sono un ostacolo per il virus, il vero ostacolo sono i vaccinati, quindi la pressione selettiva esercitata sul virus è quella del vaccino. Naturalmente si infettano anche i non vaccinati, sia chiaro”. Nemmeno i numeri confermano la tesi del maggior pericolo per i vaccinati. Ed era stato lo stesso Iss, in passato, a fornirci una fotografia molto efficace della realtà.

Come evidenziato dal report pubblicato in data 17 giugno 2022, infatti, circa l’80% dei morti è vaccinato con ciclo completo: nel periodo preso in esame risultano 1632 morti vaccinati con ciclo completo, ossia il 79,3%; 393 non vaccinati che sono il 19% e 35 con una sola dose di vaccino, ossia l’1,7%, per un totale di 2062 deceduti. Ma soprattutto 1.402 dei decessi ha riguardato italiani vaccinati con 3 dosi, pari al 68% del totale. Si tratta praticamente di una percentuale più alta del 67% di italiani che si sono vaccinanti con booster e cioè con almeno 3 dosi. Perché, allora, improvvisamente ci stanno raccontando la bugia dei non vaccinati che muoiono di più? La sensazione è che si stia soltanto preparando il terreno a nuovi obblighi, divieti e restrizioni. Senza nemmeno veri dati scientifici a supporto delle ennesime ingiustizie in arrivo.

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