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La scorta extra-large di Di Maio: ma non doveva tagliare i privilegi?

Pubblicato il 19/06/2020 14:20 - Aggiornato il 19/06/2020 14:39

Un video che sta creando non poco imbarazzo al ministro degli Esteri Luigi Di Maio e che è diventato virale sui social nel giro di pochissime ore. Il tempo di essere pubblicato dal deputato della Lega dei Ticinesi Stefano Tonini, che ha condiviso una sequenza che mostra una colonna di auto e mezzi accompagnare l’esponente del Movimento Cinque Stelle. Quello che, per intenderci, fino a qualche mese fa girava per i palchi di mezza Italia promettendo, tra le tante, il taglio delle auto blu, considerato uno degli odiosi privilegi di quella casta da abbattere senza pietà. Tempi che ormai, a giudicare dalle immagini, sono lontanissimi, trapassati.

La scorta extra-large di Di Maio: ma non doveva tagliare i privilegi?

Oggi il Movimento Cinque Stelle è lontano parente di quello che si impegnava a rivoltare lo Stivale come un pedalino. E Di Maio sfila accompagnato da auto blu, furgoni di scorta, auto della polizia cantonale e chi più ne ha più ne metta, in occasione della sua visita in Ticino. Il video è stato ripreso anche da varie testate di oltre confine, e sta facendo discutere non poco per il gran dispiegamento di forze messo in atto per accompagnare il ministro italian in visita al suo omologo svizzero, il consigliere federale Ignazio Cassis.

La scorta extra-large di Di Maio: ma non doveva tagliare i privilegi?

Non sono mancati i titoli graffianti sui media svizzeri e italiani. Il Corriere del Ticino ha titolato “Di Maio bacchettato per le auto blu in Ticino”, ricostruendo la vicenda venuta alla luce con la pubblicazione della clip da parte di Tonini. E in molti hanno puntato il dito contro il ministro degli Esteri chiedendo a quanto ammonti la spesa per uno spiegamento di forze così imponente. Di Maio, da par suo, ha risposto alle accuse ricordando come l’esponente pentastellato si sia tagliato la scorta e sostenendo che, nel caso specifico, erano state le autorità ticinesi a disporre una simile mobilitazione di forze, tutto a spese loro.

La scorta extra-large di Di Maio: ma non doveva tagliare i privilegi?

Al netto di chi abbia pagato o meno per quella visita in pompa magna, resta l’immagine di un Di Maio ormai lontanissimo dal leader rabbioso, di piazza, che aveva animato i primi anni di vita del Movimento. Oggi siede sulle poltrone giuste, circondato da amici che hanno avuto la fortuna di condividere con lui i banchi di Pomigliano d’Arco, va a braccetto con gli esponenti di quel Pd un tempo nemico giurato e sfila accompagnato da lunghe file di auto di scorta. Qualcosa, dei Cinque Stelle, esiste ancora da qualche parte?

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