Non parte benissimo l’avventura del centrodestra di governo. L’elezione di Ignazio La Russa come presidente del Senato è stata infatti caratterizzata dal “vaffa” – diventato subito – virale di Berlusconi. Segno che, come si dice da subito dopo il 25 settembre, i rapporti tra i partiti della futura maggioranza sono sempre più tesi. Può sorridere, però, La Russa per quei 18 voti, forse più di 20, arrivati dalle file dell’opposizione a sostituire quelli mancanti di Forza Italia. Altro segno, questo, dell’incredibile vita, invece, del centrosinistra, sempre più oggetto misterioso di questo Paese, determinato forse a voler scomparire del tutto. Altrimenti non si spiega la campagna elettorale, la strategia politica e, appunto, questo voto in Senato. Si diceva di La Russa, il quale ha poi regalato a Liliana Segre un mazzo di rose bianche e ha detto: “Ringrazio chi mi ha votato fuori dal centrodestra”. (Continua a leggere dopo la foto)
Commenta Repubblica, parlando dell’alterco con Berlusconi: “Clamoroso il battibecco pubblico con Berlusconi, quasi paradossale per La Russa che ai tempi di Alleanza nazionale era considerato la quinta colonna di Forza Italia dentro il partito di Gianfranco Fini. È ancora in corso la chiama dei senatori quando il quasi presidente del Senato si ferma davanti alla postazione del Cavaliere giusto il tempo per essere oltraggiato, capisce che non è aria e cerca di limitare l’incidente avviandosi per le scale interne all’emiciclo prima ancora che Berlusconi possa completare il suo moto di stizza sbattendo la penna sullo scranno. Ma ormai il danno è fatto. La scena diventa subito virale sui social”. (Continua a leggere dopo la foto)
Racconta ancora Rep: “Appena arrivato nell’aula che lo aveva espulso con disonore, Berlusconi aveva scherzato con il consigliere principe di Giorgia Meloni, Guido Crosetto – “Sei ancora più alto” – e si era andato subito a sedere accanto a Licia Ronzulli, la scatola nera della prima crisi di coalizione, il nome che nella lista dei ministeri scritti di pugno dal Cavaliere figura associata ad almeno quattro dicasteri compreso quello con “delega agli anziani”, l’aspirante ministra che Giorgia Meloni lascerà presto tale con grande scorno dell’ex premier. La giornata opposta di ‘Gnazio e Silvio è scolpita dagli istanti successivi al voto”. (Continua a leggere dopo il video)
Il responso dello scrutinio è del tutto imprevisto, tranne che ai congiurati dell’opposizione: 116 voti. “Senza Forza Italia il candidato di Fratelli d’Italia avrebbe dovuto fermarsi sotto i 100. Per La Russa è il trionfo. Per gli azzurri, che avevano deciso di disertare il voto, con le eccezioni ‘istituzionali’ di Berlusconi e dell’ex presidente Maria Elisabetta Casellati, un’altra sberla. Comincia la caccia ai colpevoli. Tutti si girano verso Matteo Renzi: ‘Io, quando faccio certe cose, le rivendico. Per La Russa presidente ringraziate Letta’, dice lui. Carlo Calenda è indignato dai sospetti: ‘Io i postfascisti non li voto’. Il senatore dem antonio Misiani sussurra: ‘Qui c’è la manina di più partiti’. Si riferisce anche ai 5S”. Ma questa è un’altra storia: tutti sono ancora concentrati sul Vaffa di Silvio.
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