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La quarantena non serve a niente. Ora è ufficiale, a confermarlo in ogni nazione sono i dati. Eccoli

Pubblicato il 11/08/2022 11:03 - Aggiornato il 11/08/2022 11:44

Siamo davvero sicuri di aver capito come contrastare la pandemia di Covid? A guardare quanto sta accadendo dalle parti del Regno Unito o dell’Austria la risposta è che no, probabilmente abbiamo sbagliato e continuiamo a sbagliare. Oltre i nostri confini, infatti, è stato dimostrato che chiudere in casa gli asintomatici positivi al virus non impatta sull’andamento della curva dei contagi, esponendo però allo stesso tempo le persone a gravi disagi dal punto di vista fisico e mentale. Lasciarli circolare sembrerebbe, dunque, la scelta migliore.

Mentre nel nostro Paese 961.000 persone positive al Covid restano in isolamento domiciliare, ecco per esempio che in Austria, dove la misura è stata abolita dal 1 agosto, è stato annunciato in queste ore che i docenti potranno entrare nelle aule scolastiche anche se positivi, purché asintomatici, con l’obbligo di tenere in visto le mascherine Ffp2. Il ministro dell’Istruzione Martin Polaschek ha chiarito che queste disposizioni resteranno in vigore fino all’eventuale arrivo di altre varianti, diverse da quelle attualmente in circolazione.

Attraverso le pagine della Verità, Maddalena Guiotto ha commentato amara: “Inutile chiedersi da che parte stia il governo italiano, che impone ancora l’obbligo di vaccinazione ai sanitari fino al 31 dicembre”. All’estero, in realtà, quasi dappertutto le regole sulla quarantena sono più permissive. In Gran Bretagna e Spagna, per esempio, per i positivi non è più in vigore il divieto di uscire di casa: nonostante questo, i contagi non si sono impennati.

In America i giorni di quarantena domestica sono stati ridotti a soli 5 in caso di contagio, così come in Germania, Francia e Svezia. Osservando l’andamento della curva epidemiologica in questi Paesi, ha spiegato la Verità, “balza all’occhio che la quarantena non sembra impattare sull’andamento della pandemia, non è una misura restrittiva in grado di determinare una riduzione degli infetti”. Dalle nostre parti, però, i virologi si ostinano a non volerlo ammettere.

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