x

x

Vai al contenuto

La povertà è tornata: “Ho venduto la fede per pagare il funerale di mio marito”. Storie di italiani alla deriva

Pubblicato il 02/05/2020 13:20 - Aggiornato il 02/05/2020 13:34

Continua a crescere in tutta Italia il numero delle persone costrette a rivolgersi al Banco dei Pegni per ottenere qualche soldo. Lo confermano gli stessi gruppi che se ne occupano, si parla di un + 30%. “Il corriere” racconta storie tristi e avvilenti. Accomunati tutti dal bisogno di denaro in nome di diverse ragioni. Uomini e donne dall’accento misto, Nord, Sud, da fuori Italia, con età medio-alta. C’è chi ha perso il lavoro per il coronavirus, chi faticava già da prima e a malapena riusciva ad arrivare alla fine del mese.

Tra queste persone in fila c’è una signora, Concetta di 78 anni, che ha bisogno di soldi per riuscire a pagare il funerale del marito: “Non è vero che il funerale lo paga lo Stato. Mio marito è da un mese che aspetta nel deposito. È morto il 23 marzo, è stato cremato, ma adesso mi chiedono 400 euro. Aspetterà un altro mese la sepoltura e intanto sono costretta a pignorare i ricordi di una vita insieme”.

E ancora una signora di 86 anni, disperata, arrivata lì alle sei del mattino: “È la quinta volta che ci provo, non ho figli sono sola, pignoro qualcosa per avere dei soldini”.

Numerosi sono anche i liberi professionisti che si rivolgono al credito su pegno. Hanno la necessità di liquidità per riaprire le proprie attività e per affrontare le spese di messa in sicurezza. 

La tensione è tangibile, c’è sconforto e disperazione. Ma questa è una soluzione veloce, si entra e nel giro di 15 minuti si ha un prestito senza grossi problemi. Le uniche difficoltà sono la lunga attesa a causa della cospicua quantità di persone e le ragioni drammatiche che portano tali persone ad adottare questa soluzione.

Sono clienti che difficilmente riuscirebbero ad ottenere prestiti: “Si rivolgono a noi perché hanno sentito dire che il tutto avviene in modo facile, senza valutazioni patrimoniali, si esce con i soldi in mano, è un prodotto indicato in questo periodo”, spiega Steger, codirettore generale di Affide, la più grande società di Credito su Pegno in Italia. A nessuno è richiesto di dichiarare quale sia la propria occupazione o la situazione economico-finanziaria.

Questo è lo squarcio di un’Italia dai colori grigi, costretta a mettersi in fila e a vendere i propri pochi averi, anche quelli dal forte valore immateriale, perchè abbandonata da uno Stato che non tutela.