Il gas continua la sua folle corsa verso l’alto e batte ogni record. Tra il 24 e il 25 agosto 2022 il prezzo del metano ha raggiunto il primato storico a 302 euro al megawattora all’apertura del mercato. Tra i vari fattori che influenzano questa crescita fuori controllo dei prezzi c’è anche il peggioramento delle prospettive economiche e diplomatiche legate alla guerra tra Russia e Ucraina, nonché una nuova interruzione del gasdotto Nord Stream 1 dal 31 agosto al 2 settembre, sempre “per manutenzione”.
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Oramai le quotazioni del gas rimangono stabili su livelli dieci volte superiori a quelli di un anno fa (27,6 euro il prezzo del 24 agosto 2021). Le ripercussioni sulla vita reale di imprese e famiglie sono disastrose e anche il mondo industriale ed economico italiano, dopo le parole del presidente di Confindustria Carlo Bonomi l’altro ieri, è tornato a lanciare il suo allarme. «In autunno si rischia il collasso», ha dichiarato ieri Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, che rappresenta 350 mila imprese di commercio, turismo artigianato e piccola industria. «Il caro bollette sta diventando una variabile incontrollabile per tantissime imprese. E questo nonostante gli interventi di sostegno fin qui adottati dal governo, che scadranno fra settembre e ottobre», spiega De Luise.
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Per le imprese sarà pressoché impossibile gestire aumenti di costi così importanti, e non è l’unico problema: bisogna aggiungerci anche quelli delle altre materie prime, delle tasse, dei fitti, ecc. Il rischio è che il 10% delle imprese esca dal mercato, ovvero circa 90 mila attività per un totale di 250 mila posti di lavoro. Sia Confesercenti, sia Fipe-Confcommercio, chiedono al governo di estendere anche alle piccole imprese il credito d’imposta per l’energia elettrica, di raddoppiare (da 15% a 30% e da 25% a 50% per il gas) e prorogare gli interventi almeno fino al 31 dicembre 2022. Inoltre, auspicano un «Superbonus al 110%» per gli investimenti di chi può rendersi autonomo attraverso la produzione di energia pulita.
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