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“Stanno comprando l’Italia a pezzi”. I servizi segreti italiani lanciano l’allarme: “È pericoloso”

Pubblicato il 09/01/2023 12:10 - Aggiornato il 09/01/2023 12:35

In origine è stato Tik Tok, piattaforma che continua a riscuotere grande successo soprattutto tra i giovani e dietro la quale potrebbe nascondersi, secondo alcuni analisti, il tentativo cinese di estendere il proprio controllo sul mondo occidentale. A spaventare, oggi, sono però altre mosse di Pechino, soprattutto per quanto riguarda lo shopping al di fuori dai confini: i settori della difesa, dell’energia e delle telecomunicazioni sono da tempo terreno di caccia del Dragone, attraverso società apparentemente private ma in realtà collegabili in qualche modo al governo. Un modus operandi che, stando a quanto rivelato da Repubblica, preoccupa non poco i nostri servizi segreti, consapevoli della minaccia in corso: “Non a caso nell’ultimo biennio si è registrato il recordi di veti e restrizioni imposti da Palazzo Chigi per proteggere asset strategici”. (Continua a leggere dopo la foto)

Repubblica ha realizzato un’inchiesta insieme all’azienda olandese Datenna, tentando di monitorare i movimenti delle compagnie cinesi negli ultimi mesi. Individuando “acquisizioni di società strategiche da parte di realtà cinesi collegate in vari modi con il governo”. In qualche caso il governo italiano è riuscito a intervenire per bloccare o limitare l’operazione. Altre volte, purtroppo, non è stato così. (Continua a leggere dopo la foto)

Fama Helicopters, azienda specializzata nella produzione di elicotteri ultraleggeri, ha ceduto per esempio i propri impianti di produzione alla cinese Duofu International Holding Group, che si è presa anche il dipartimento di ricerca e sviluppo: “Anche se l’accordo è stato concluso nel campo dell’aviazione civile, la Cina punta ad aumentare l’interazione tra ricerca, settori commerciali e la loro applicazione militare, attraverso un piano strategico denominato Military-Civil Fusion”. (Continua a leggere dopo la foto)

Delle 496 notifiche emesse da Palazzo Chigi nel 2021, 51 riguardano non a caso “compravendita di tecnologia nella Difesa, 20 nel 5G, 425 nell’Energia, Trasporti o Comunicazioni”. Una parte sempre più consistente di queste operazioni vede come protagoniste aziende cinesi. La strategia di Pechino, insomma, sembra chiara: raggiungere l’autosufficienza in determinati settori attraverso lo shopping nel nostro Paese.

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