Una narrazione che non sta ormai più in piedi, quella dei media asserviti al sistema sulla Brexit. Dipinta come un errore catastrofico, che le future generazioni inglesi avrebbero pagato a un carissimo prezzo. E invece rivelatasi una vera e propria mano santa per Regno Unito, che si ritrova a fare i conti con un bilancio della crisi comunque migliore di quello del resto d’Europa. E così, mentre il Vecchio Continente a guida franco-tedesca si trova a fare i conti con i ritardi nei programmi di vaccinazione, figli di sciagurati accordi stretti con i colossi di Big Pharma, a Londra ci si prepara a tornare piano piano a una vita più “normale”.
A testimoniare i benefici arrivati dopo la Brexit, ecco i dati pubblicati da EasyJet in queste ore sul traffico aereo. Le prenotazioni di voli verso il Regno Unito sono aumentate nel giro di pochi giorni del 337%, con punte del 630% per il periodo delle vacanze estive. Tutto esaurito a differenza di Spagna, Italia e Grecia, che invece si sono trovate a fare i conti con un vero e proprio tracollo del settore turistico. Anche a causa delle incertezze e dei ritardi sul fronte sanitario, con le vaccinazioni partite a singhiozzo e l’alternarsi di restrizioni che hanno reso impossibile ai turisti mettersi in viaggio.
Boris Johnson ha illustrato in queste ore il piano per un ritorno graduale a una vita più libera. Un programma in quattro fasi, che punta a dare un po’ di respiro a settori in crisi come turismo quanto e ristorazione. Il prossimo 8 marzo si rimetteranno in moto le scuole, primo passaggio di una serie che terminerà il 21 giugno. Il solo annuncio, però, ha dato immediatamente fiducia alla popolazione, con l’economia che ha subito mostrato segnali di ripresa. E sta attirando nel Regno Unito investimenti da un’Europa rimasta decisamente indietro sulla tabella di marcia.
Lo stesso Mario Draghi, accolto dalla maggioranza dei partiti italiani come salvatore della patria, non ha potuto far altro che ammettere, in Consiglio Ue, come quello europeo non sia certo un modello attualmente vincente. “Bisogna fare di più, accelerare” ha chiesto il premier. Ovvero, allinearsi a quel Regno Unito che nel frattempo viaggia a una diversa velocità, molto più rapida, verso la ripresa. Proprio grazie a quella Brexit che ha permesso al governo britannico misure impossibili per il resto dei Paesi Ue.
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